
Smartphone a scuola, Valditara tira dritto: ‘Divieto necessario per salute e apprendimento’

Nonostante il dibattito acceso e le prime mobilitazioni digitali, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara conferma senza esitazioni la linea dura: lo smartphone in classe deve restare spento. “Una scelta presa non certo per motivi demagogici, ma per difendere la salute dei nostri ragazzi e anche la qualità degli apprendimenti”, ha dichiarato il ministro a margine dell’evento “Connecting to the future” tenutosi ad Ancona. “Quando sono convinto di una scelta, non torno indietro”.
Il nuovo quadro normativo
La stretta è stata ufficializzata con la Circolare n. 3392 del 16 giugno 2024, che ha esteso alle scuole secondarie di secondo grado il divieto già operativo nei cicli precedenti. Una misura confermata dalla nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio, che introduce un divieto totale all’uso degli smartphone durante l’intera giornata scolastica.
Ogni scuola, nel rispetto dell’autonomia, è ora chiamata ad aggiornare il proprio Regolamento e il Patto di corresponsabilità educativa, prevedendo sanzioni progressive: dal richiamo verbale fino al sequestro del dispositivo con riconsegna ai genitori. Una linea chiara, volta a coinvolgere attivamente le famiglie nella gestione dell’educazione digitale.
Le ragioni del divieto: salute mentale e rendimento scolastico
Alla base del provvedimento ci sono le raccomandazioni di enti come l’OCSE, l’OMS e l’Istituto Superiore di Sanità. Le evidenze scientifiche sottolineano come l’abuso degli smartphone possa compromettere la concentrazione, aumentare ansia, insonnia e isolamento sociale, oltre a ridurre le performance scolastiche. Valditara ha ribadito che “tutti gli studi stanno dimostrando che l’abuso del cellulare ha un impatto negativo su memoria, fantasia, capacità di concentrazione ed anche sugli apprendimenti”.
Un consenso ampio ma non unanime
Secondo i dati resi noti dal ministro, l’80% degli italiani sarebbe favorevole al divieto, così come la maggioranza degli studenti. Un sondaggio condotto da Skuola.net su un campione di 1.000 tra alunni, docenti e famiglie conferma un generale appoggio alla misura: solo 1 studente su 5 si dice contrario a qualsiasi limitazione. Il consenso è più marcato tra i genitori (56%) e tra i docenti (41%), mentre tra gli studenti delle superiori la percentuale favorevole al divieto assoluto scende al 9%.
Un dato interessante riguarda l’apertura verso un uso regolamentato a fini didattici: il 27% degli studenti (e il 35% dei docenti) si dice favorevole all’uso del cellulare solo sotto la guida dell’insegnante. Più scettici i genitori: solo il 21% sostiene questa soluzione.
Le critiche e la petizione online
Non mancano però le voci contrarie. Una petizione lanciata su Change.org chiede l’abolizione del divieto, definendolo “non solo inefficace, ma potenzialmente dannoso” per il benessere psicologico degli studenti. I promotori invocano un approccio educativo più orientato all’uso consapevole della tecnologia, piuttosto che alla proibizione.
Valditara ha risposto anche a queste critiche, ricordando che “esistono sempre resistenze al cambiamento. Anche due secoli fa c’era chi si opponeva al telaio meccanico, rimpiangendo quello a mano. Ma non per questo dobbiamo rinunciare al progresso”.
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