Sicurezza, le Province minacciano la chiusura delle scuole non a norma

I 5 mila edifici scolastici delle Province hanno bisogno di interventi immediati. Non possiamo permetterci di mettere a rischio la salute di 2 milioni e mezzo di ragazzi che hanno il diritto di studiare in aule sicure, accoglienti, moderne e dotate di laboratori e strumenti che permettano loro di acquisire le competenze necessarie per competere con il resto d’Europa. Noi per primi abbiamo lanciato l’allarme sulla condizione delle scuole in Italia e se non avremo risposte saremo costretti a chiudere quelle non a norma“. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, commentando le rilevazioni di Cittadinanzattiva sulla situazione delle scuole italiane.

Se si continuerà ad ignorare le nostre richieste e le proposte che abbiamo presentato per rilanciare gli investimenti, – aggiunge Castiglione – raccoglieremo tutte le perizie che ci verranno consegnate dagli organi di controllo e le consegneremo al Governo“. “Tra il 2005 e il 2009 – ricorda Castiglione – le Province hanno investito risorse per l’edilizia scolastica per oltre 7 miliardi di euro. Il 60% è stato destinato agli adeguamenti di legge per la sicurezza scolastica; il 25% circa per interventi edilizi, con nuovi edifici, ristrutturazioni, ampliamenti; il 15% circa è stato usato per l’efficientamento energetico e la diffusione del Wi-Fi nelle scuole. A confronto, nello stesso periodo il Governo ha destinato per questi obiettivi davvero poco, solo 522 milioni di euro. Ma la cosa più importante è che ci sono fermi circa 773 milioni di euro per l’adeguamento e la ristrutturazione del patrimonio scolastico statale messe a disposizione attraverso la riprogrammazione dei fondi Fas, che non sono stati ancora erogati a Comuni e Province. Su questo tema abbiamo fatto al Governo precise richieste: un Piano finanziario triennale (2012-2014) per Province e Comuni di almeno 3 mld di euro che garantisca la certezza delle risorse da investire nei territori per l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle scuole; l’esclusione dal patto di stabilità delle spese per la messa a norma e in sicurezza delle scuole e la defiscalizzazione degli interventi di edilizia scolastica in modo da permettere con le stesse risorse di finanziare un maggior numero di interventi. Sono temi troppo cruciali – conclude Castiglione – su cui davvero non si può più attendere“.