Sicurezza delle scuole, i Comuni chiedono la deroga al patto di stabilità

Non si esauriscono gli effetti del Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole: l’Anci, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, per voce di Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno e delegato per l’Istruzione, torna “a chiedere l’esclusione dal patto di stabilità per gli interventi di edilizia scolastica e la garanzia di finanziamenti certi che consentano una programmazione nel tempo degli interventi“.

L’anno scolastico è ormai partito in tutte le Regioni – aggiunge – e si riaffacciano i problemi legati alla sicurezza nelle scuole che, come amministratori, cerchiamo di garantire in ogni modo nonostante le difficoltà nelle quali i Comuni si trovano ad operare“. “Le risorse del primo piano stralcio, per quanto consistenti – sottolinea Ruffino – non sono sufficienti. Prima dell’estate l’Anci, insieme alle Regioni e alle Province, ha nuovamente richiamato l’attenzione del Governo sulla situazione dell’edilizia scolastica, registrando l’impegno ad affrontare l’argomento nel primo appuntamento utile di Conferenza Unificata, per il quale ancora attendiamo la convocazione“.

Siamo fermamente convinti – conclude – che l’edilizia scolastica sia una priorità del nostro Paese a cui deve essere garantita l’attenzione che merita ed assicurate le risorse necessarie da parte di tutti i soggetti istituzionali“.

L’ipotesi di derogare dal patto di stabilità è condivisa dalla parlamentare del Pd Simonetta Rubinato, componente della commissione Bilancio della Camera, che chiede al governo di concordare “in sede europea una deroga al Patto di stabilità per un piano straordinario che consenta a Comuni e Province la messa in sicurezza degli edifici scolastici, trattandosi di una vera e propria emergenza nazionale“. “Di fronte al quadro allarmante delineato dal IX rapporto presentato da Cittadinanzattiva – continua – il governo ha il dovere di intervenire, sbloccando al più presto anche le risorse già stanziate quasi due anni fa dal Parlamento: pur trattandosi di appena un miliardo di euro, fino ad oggi ne sono stati impegnati soltanto una piccola parte, 161 milioni, mentre gli altri attendono ancora il via libera da ministeri e Conferenza Stato-Regioni“.