Senza CNPI illegittima la riduzione a 4 anni delle superiori?

Nello stesso giorno in cui si teneva il convegno alla Camera sull’abbreviazione di un anno del corso di studi, la Cgil-scuola ha pubblicato ul proprio sito la notizia della sua iniziativa di ricorso al TAR contro le sperimentazioni autorizzate dal MIUR per la riduzione del percorso di studi da cinque a quattro annualità nella secondaria di II grado.

La FLC, considerate le evidenti ricadute che ne possono derivare oltre che sul piano ordinamentale anche su quello occupazionale, oltre a ritenere queste sperimentazioni non fondate sul piano metodologico-didattico, le ha considerate illegittime sul piano procedurale.

I decreti impugnati, secondo il sindacato, risulterebbero in contrasto con le indicazioni previste dal DPR 275/99 in materia di sperimentazione: mancherebbe infatti il parere obbligatorio del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.

Come è noto, la mancata proroga del CNPI alla fine del 2012, ha determinato la totale assenza di qualsiasi parere, facoltativo o obbligatorio, sugli atti del Ministro dell’istruzione.

Nel corso del 2013 il Parlamento non è riuscito a trovare una soluzione di pronto intervento per ripristinare le principali attività del CNPI.

Il TAR potrebbe, quindi, invalidare i decreti di sperimentazione. Se ciò si verificasse, si creerebbe un vulnus in molte procedure e atti ministeriali, offrendo il pretesto a diversi soggetti per creare la paralisi di alcuni provvedimenti.

Va ricordato, inoltre, che il TAR Lazio nei mesi scorsi si era già pronunciato sulla complessa materia. Invitando il Miur ad attivare le procedure per la costituzione del Consiglio Superiore dell’istruzione (mai attivato), previsto da un decreto del ministro Berlinguer.