Tuttoscuola: Non solo statale

Scuole paritarie. Ma lo Stato ci guadagna

Tra le scuole paritarie quelle dell’infanzia sono qualcosa di più di una scelta alternativa alla scuola statale. Accolgono il 40% dei bambini iscritti in strutture pubbliche e private e sono presenti in quasi tutto il territorio nazionale, soprattutto nei piccoli centri e nei paesi.

Assicurano in via esclusiva il servizio educativo a circa 650mila bambini della fascia 3-5 anni (e anche più piccoli) laddove lo Stato non è arrivato a istituire proprie scuole dell’infanzia.

Se non vi fossero quelle strutture non statali, lo Stato dovrebbe istituire proprie scuole per un numero complessivo di circa 26mila nuove sezioni, a cui dovrebbe assegnare 52 mila insegnanti, senza considerare le migliaia di collaboratori scolastici necessari per l’assistenza nei servizi. L’aumento di organici avrebbe ripercussioni anche sul dimensionamento degli istituti comprensivi e dei circoli didattici con sicuro effetto di incremento degli organici del personale amministrativo.

Insomma, dall’esistenza delle scuole dell’infanzia non statali lo Stato ci guadagna.

Per ogni bambino iscritto a una scuola dell’infanzia statale lo Stato spende annualmente 6.116 euro, mentre per un bambino iscritto alla scuola dell’infanzia paritaria lo Stato versa un contributo pari a 584 euro, risparmiando così 5.532 euro.

In tutto annualmente il risparmio dello Stato per la scuola dell’infanzia è di 3 miliardi e 436 milioni.

Con lo stesso criterio si può stimare in un altro miliardo e 202 milioni il risparmio dello Stato per gli alunni iscritti in scuole primarie paritarie (uno studente in scuola statale costa 7.366 euro, contro gli 866 di contributo pro capite in scuola paritaria).

Per la scuola secondaria di I grado il risparmio sfiora i 500 milioni, mentre per le superiori è di un miliardo e 110 milioni.

Se le scuole paritarie non esistessero, lo Stato dovrebbe spendere 6 miliardi e 245 milioni all’anno per accogliere il milione e 60 mila studenti attualmente iscritti a scuole non statali. Ma si fa finta di dimenticarlo ogni volta che si stanziano i fondi per la paritaria.

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