Scuola in presenza, FLC Cgil: ‘Numeri di Bianchi fumosi e opachi’. Proposta la diffida

Dal Ministro giungono notizie sui dati del contagio fra il personale della scuola e gli alunni a dir poco fumosi e opachi. Dati che comunque, se confermati, sono meno rassicuranti di quanto appaiono: il 6,6% in dad e il 13,1% in ddi per singoli studenti significa che complessivamente ci sono 64.368 classi in modalità a distanza o mista pari al 19% del totale“. Così la FLC Cgil commenta i numeri relativi alle classi in DaD comunicati dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso della sua audizione all Camera dello scorso 19 gennaio. E propone una diffida.

Alla FLC Cgil, che ha già inviato una richiesta di convocazione con all’ordine del giorno la comunicazione dei dati sul contagio da COVID 19, non rimane che diffidare il Ministro per inadempienza contrattuale“. dichiara quindi il sindacato di Francesco Sinopoli. “Nella nostra richiesta infatti abbiamo rammentato all’Amministrazione che in forza del Protocollo sulla sicurezza, che è scaturito da un confronto sindacale, che è un preciso istituto contrattuale, il sindacato ha il diritto, a tutela del personale, di ricevere i dati del monitoraggio effettuato dall’Amministrazione. Peraltro, i dati forniti dal Ministro in queste ore – precisiamo, in sede non sindacale – sono generici e poco trasparenti (percentuali di presenti al lavoro e allo studio e di contagiati), quando trasparenza vorrebbe che si sapesse quante sono le classi in presenza totale, quante quelle in dad, quante quelle con didattica mista, quanti i lavoratori assenti per ogni scuola, quanti sono i supplenti nominati, quante le classi e le scuole costrette a ridurre l’orario per mancanza di docenti…“.

Che l’opacità di questi dati sia un fatto evidente è testimoniato dal fatto che persino gli Uffici Scolastici Regionali pare siano all’oscuro del loro dato regionale – continua la nota della FLC Cgil -: le scuole comunicano la situazione direttamente al Ministero e quest’ultimo non li mette a disposizione dei singoli USR, che in questo modo non possono nemmeno aprire un confronto situazione per situazione, attivando i tavoli previsti dai protocolli regionali. Ma la comunicazione dei dati non è un optional, è  un obbligo del Ministero che si chiama “informativa” e che deve avvenire in un confronto specifico col sindacato“.

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