Scuola coreana sugli scudi. Ma all’Ocse non basta

Il sistema educativo coreano (quello della Corea del Sud, ovviamente) è ai primi posti in tutte le classifiche comparative internazionali, in particolare in quelle che riguardano le competenze di base, ma questa invidiabile posizione non le ha risparmiato alcune severe critiche da parte degli analisti dell’OCSE.

La scorsa settimana è stato infatti pubblicato un rapporto, intitolato Skills beyond School review of Korea (il primo di una serie di diciassette: l’Italia non è prevista), nel quale si evidenzia l’inadeguatezza del sistema di formazione professionale attualmente funzionante in Corea in uscita dalla scuola secondaria (che per tre quarti ha corsi di carattere generale ed è completata dalla quasi totalità  dei diciottenni).

Malgrado i molti vantaggi competitivi di cui dispone il sistema educativo coreano (l’alta considerazione nella quale l’istruzione è tenuta a tutti i livelli, l’ottima qualità della preparazione fornita dalla scuola secondaria, la disponibilità di dati e ricerche a supporto dei decisori politici) viene sottolineato il fatto che il sistema formativo terziario (università più formazione tecnica superiore anche non universitaria) non riesce comunque a soddisfare la crescente domanda di competenze tecniche e professionali di grado elevato espressa dal sistema economico.

Le ‘raccomandazioni’ (secondo tradizione OCSE) contenute nel rapporto sono pertanto le seguenti:

–          La Corea dovrebbe rafforzare il suo sistema di formazione tecnico-professionale superiore migliorando in particolare la qualità dei corsi biennali (postsecondary junior colleges) attraverso curricula standardizzati basati sui fabbisogni di competenze individuati a livello nazionale;

–          Nei programmi dei suddetti corsi biennali dovrebbe essere inserito obbligatoriamente un consistente periodo di tirocinio;

–          Dovrebbe essere istituito sempre a livello nazionale un organo di indirizzo del sistema di formazione professionale superiore che comprenda rappresentanti del mondo delle imprese.

Per certi aspetti il modello di formazione tecnica superiore raccomandato dall’OCSE alla Corea richiama analoghe esperienze in atto in altri Paesi, compresa l’Italia (IFTS, ITS), ma tutto lascia pensare che la forte (ed efficiente) centralizzazione che caratterizza il sistema coreano, accompagnata dal diffuso rispetto per le istituzioni formative, renderanno più veloci i processi decisionali e ri-organizzativi in quel Paese. A dimostrazione di quanto pesino i fattori culturali e il contesto storico-istituzionale nel successo (o insuccesso) delle politiche educative.