
Scuola, a Prato si tirano a sorte i supplenti da pagare
Il dirigente scolastico aveva solo 5mila euro, e ha sorteggiato 5 precari su 18

Pagati in virtù di un sorteggio, scelto come estrema ratio da una preside che per i suoi supplenti ha in cassa solo 5.000 euro. È di nuovo lotteria in un istituto scolastico comprensivo, questa volta a Prato, come era già successo otto mesi fa a Grosseto. E allora si disse che era intollerabile e che non sarebbe più dovuto succedere. Invece, all’istituto Iva Pacetti, che comprende due scuole dell’infanzia e un’elementare, la dirigente scolastica non ha trovato altre soluzioni. Cinquemila euro per gli stipendi di novembre di 18 precari con incarichi brevi, tra insegnanti e personale Ata: in teoria, 277 euro a testa.
La preside ha così deciso di sorteggiare cinque nomi: hanno ‘vinto’ quattro docenti e un addetto ai servizi scolastici. Chissà se anche questa volta interverrà la Regione Toscana come fece ad aprile per i precari dell’istituto Rosmini di Grosseto. Anche allora, di fronte alla penuria di fondi, il preside decise di ricorrere al sorteggio. “Dicono che bisogna toccare il fondo per poter iniziare a risalire – commentò il presidente della Provincia di Grosseto Leonardo Marras – .Ecco, con questa vicenda devo dire che il fondo del barile è stato raschiato”. Evidentemente, si sbagliava. I precari della scuola hanno la loro via crucis un po’ ovunque. Gli insegnanti di ruolo, infatti, vengono pagati direttamente dal Miur, così come i supplenti annuali, precari anche loro ma su un gradino più alto di altri colleghi.
I dirigenti scolastici devono pagare con ciò che hanno in cassa le supplenze e qui vengono le note dolenti. A Prato, segnala la Uil Scuola, quello dell’istituto comprensivo Pacetti, non è un caso isolato e in giro per l’Italia chi può dire quanti altri ve ne siano. Le casse di molte scuole sono, secondo il sindacato, cronicamente a secco. In un altro istituto comprensivo di Prato, la dirigente scolastica avrebbe suddiviso i 3 mila euro rimanenti tra tre supplenti dei cinque che avevano lavorato quel mese tenendo conto del quadro economico individuale. In questo modo, ha spiegato Alessandro Rizzello, segretario della Uil Scuola, “chi aveva più incarichi di supplenza è rimasto escluso in modo da andare incontro a chi lavora meno. In altri istituti comprensivi invece hanno dato piccoli acconti, con la prospettiva di saldare tutto a gennaio o febbraio”.
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via