Scrima: Riforma, sulla consultazione contrordine compagni?

Non è ancora chiaro se vi sarà una pausa di riflessione sulla riforma con una conferenza nazionale di confronto a luglio oppure vi sarà un’accelerazione dell’iter di approvazione al Senato (maxiemendamento) che renderebbe inutile il confronto nazionale. Non è un dubbio da poco.

La Cisl-scuola, per voce del suo segretario generale Francesco Scrima, non sembra disposta a farsi cuocere a fuoco lento nell’incertezza della decisione.

Tre giorni fa l’annuncio nientemeno che di una “conferenza nazionale sulla scuola” – esordisce Scrima – oggi il “contrordine compagni”: sulla legge di riforma il Premier dice di voler “tirare dritto”, portandola ad approvazione in tempi così rapidi da risultare incompatibili con quelli di una consultazione vera. Se poi  la conferenza, come riportato sulla stampa, fosse pensata come occasione per spiegarci quello che nel frattempo il governo avrà deciso, non avrebbe per noi alcun interesse né utilità.   

Le aperture al confronto, sia pur condite col solito grazioso ricatto sulle 100.000 assunzioni usate per estorcere il consenso su scelte sbagliate, cederebbero dunque il passo a  quel decisionismo arrogante con cui si è costruita pezzo dopo pezzo una riforma che l’intero mondo della scuola chiede da tempo di cambiare profondamente. 

Un comportamento, quello del Premier, che se fosse confermato suonerebbe come grave mancanza di rispetto alla scuola e all’intero Paese, quello che avrebbe dovuto partecipare a costruire la “Buona Scuola” e che invece ha più volte mostrato di non condividere la legge che il Governo vorrebbe imporgli. 

Secondo Francesco Scrima, è ormai una sequenza infinita quella delle promesse non mantenute, delle parole dette e rimangiate, e se questo avviene da parte di chi ci governa non è un bel contributo alla crescita di fiducia nelle Istituzioni, fortemente legata alla credibilità di chi le rappresenta. In un momento come quello che l’Italia sta vivendo, servirebbero esempi e messaggi di ben altro segno. 

Ma la Cisl-scuola non vuole chiudere la porta al confronto e conclude l’intervento con un invito: L’opportunità di aprirsi a un ascolto e modificare ciò che nel testo non va, tante volte negata, può essere ancora colta. Lasciarla cadere significherebbe allargare in modo forse incolmabile il solco che si è creato fra il mondo della scuola e una politica che continua a remargli contro.