
Scontro in Francia per la valutazione nella primaria
Anche in Francia la valutazione degli alunni è oggetto di disputa e di contrasti.
La novità che fa discutere riguarda il fatto che per l’ultimo anno di scuola primaria è prevista una valutazione con prova nazionale delle competenze degli alunni in lingua materna (francese) e matematica. Qualcosa, insomma, che assomiglia alle prove Invalsi sugli apprendimenti.
La critica di fondo riguarda il fatto che le prove sono tarate su obiettivi di apprendimento appena varati e che gli accertamenti rigurdano aspetti dei programma non ancora svolti.
I docenti chiedono che la previsione di anonimato sia assicurata tassativamente. Inoltre non concordano sul fatto che occorra la totalità di risposte esatte per ogni items per acquisire il punteggio: un errore, insomma, fa perdere tutto.
I docenti temono, inoltre, che dalle prove escano bene solo gli alunni al top.
Il ministero francese dell’istruzione ha precisato che la valutazione sarà positiva con almeno il 50% degli item superati e che gli esiti saranno comunicati soltanto ai genitori, agli insegnanti e ai direttori delle scuole, mentre all’esterno saranno diffusi soltanto i risultati globabli.
Resta, comunque, una riserva di fondo dei docenti contestatori, perché, secondo loro, saranno considerate al top le scuole che hanno i migliori alunni ma non quelle che cercano di far progredire la maggior quantità di studenti.
Una oreoccupazione, quest’ultima, che trova echi tra i docenti italiani alle prese con la nuova valutazione in decimi.
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