Scena muta alla Maturità, Valditara: ‘Basta facilismo educativo, la scuola deve allenare alle sfide’

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara torna sul caso degli studenti che, durante gli orali dell’Esame di Stato, hanno scelto deliberatamente di non rispondere alle domande della commissione, in segno di protesta. Una forma di boicottaggio simbolico che ha sollevato un ampio dibattito. La risposta del ministro non si è fatta attendere: “Dall’anno prossimo, chi farà scena muta alla maturità verrà bocciato”, ha annunciato, anticipando una modifica normativa in fase di definizione.

Intervistato da Il Messaggero, Valditara ha ampliato la riflessione, parlando di un clima culturale che, a suo avviso, rischia di depotenziare il ruolo educativo della scuola: “Credo si sia insinuata nella nostra società l’idea che bisogna rendere tutto facile, a partire dalla scuola. Il cosiddetto facilismo educativo ha tante manifestazioni: dalla protesta contro la valutazione alle scorciatoie offerte da alcune scuole”.

Verso una nuova maturità: meno rituale, più formativa

Il ministro ha confermato che il suo dicastero è al lavoro su una riforma dell’Esame di Stato, con l’obiettivo di restituire senso e autorevolezza a una prova che, negli anni, ha visto affievolirsi il suo valore simbolico e orientativo. “Stiamo lavorando alla riforma della maturità per dare un senso più alto all’esame di Stato”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di una “grande battaglia culturale” condivisa da tutto il Paese.

La sfida educativa, secondo Valditara, si gioca anche sul terreno della resilienza: “Dobbiamo far capire ai ragazzi che la vita è piena di sfide, innanzitutto con se stessi. Anzi, le sfide che attendono i nostri giovani nell’epoca dell’intelligenza artificiale sono sempre più difficili e complesse”.

Una scuola che allena alla complessità

Infine, il ministro ha delineato la sua idea di scuola: un’istituzione capace di accompagnare ogni studente nel proprio percorso di crescita personale, senza indulgere in semplificazioni. “Dobbiamo creare per loro una scuola che li abitui ad affrontare le sfide, non ad evitarle, con una didattica sempre più personalizzata, che tenga conto dei talenti e della personalità dei ragazzi”, ha concluso.