Ruolo decisivo dei dirigenti scolastici per le riforme

L’Associazione nazionale presidi (ANP) ha celebrato il suo ottavo congresso nazionale a Fiuggi proprio in una fase di cambiamento del sistema di istruzione assai critica, per la quale il ruolo della dirigenza scolastica diventa strategico per la riuscita delle riforme e per la tenuta del sistema rispetto alla società civile.

Nella sua relazione il presidente Giorgio Rembado, oltre a sollecitare i riconoscimenti contrattuali da lungo tempo attesi (il contratto, a differenza di quanto già avvenuto un anno fa per insegnanti e personale Ata, è scaduto ed è tuttora da rinnovare), ha sottolineato che per l’esercizio della dirigenza funzionale all’efficacia dei risultati attesi sono “necessari strumenti di governo“.

Sul ruolo della dirigenza scolastica Rembado ha dedicato ampio spazio alla perequazione con la dirigenza pubblica che, come è noto, costituisce un obiettivo affermato ma mai realizzato in tanti anni, determinando una condizione di minorità del comparto scuola rispetto ad altre amministrazioni pubbliche.

Rembado si è soffermato anche sulle esigenze degli insegnanti e della scuola in generale. Per i docenti, ha rinnovato la richiesta di una carriera professionale basata su valutazione e merito, “carriera che deve essere il punto di avvio per un rinnovato orgoglio professionale“.

Per la scuola, ha chiesto “obiettivi chiari, standard definiti, risorse adeguate, attenzione ai risultati” e non ha potuto non richiamare la campagna “A scuola sicuri”, promossa insieme all’Associazione vittime della scuola di San Giuliano, con la quale l’Anp ha portato ad elaborare e depositare in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare, che conteneva numerosi principi innovatori. Proposta per la quale – ha osservato Rembado – purtroppo, il quorum non è stato raggiunto, ma che lascia la questione viva e attuale, come dimostra per l’ennesima volta il recente tragico episodio di Rivoli.