Ritorno a scuola: se il finanziamento ‘nei limiti delle disponibilità’ ignora il fabbisogno dovuto al Covid 19

Da sempre, quando il sistema scolastico si rinnova, vengono previsti finanziamenti per sostenere i progetti innovativi e tempi di attuazione per portare l’innovazione a regime. Questa volta l’emergenza epidemiologica non concede tempi di ampio respiro: quel che serve va dato subito e definito con certezza entro l’inizio delle lezioni di settembre. Per la stessa ragione i progetti di riorganizzazione del servizio da sostenere (quelli imposti dalle norme del CTS) vanno finanziati non entro il limite di disponibilità prefissate, bensì secondo il fabbisogno certo e rilevato. I progetti da finanziare a pie’ di lista sono quelli che, per mantenere il tempo scuola attualmente erogato, prevedono lo sdoppiamento delle classi con affidamento anche ad altri docenti.

Tuttavia, secondo la consuetudine, anche la Camera dei Deputati pochi giorni fa, nell’approvare in prima lettura la conversione del decreto legge “Rilancio”, ha disposto (art. 231-bis) di “attivare ulteriori incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni fino al ter­mine delle lezioni”, attingendo dal “Fondo per l’emer­genza epidemiologica da COVID-19″  di cui all’art. 235 (poco meno di un miliardo), disponendo, però, che “L’adozione delle predette misure  avviene nei limiti dello stesso”.

Una simile frase – nei limiti delle risorse assegnate – è utilizzata anche dal Direttore Generale dell’Usr Lazio che, nel caso sia necessario chiedere altri docenti a causa dei nuovi spazi e della riorganizzazione imposta dalle situazioni oggettive dei vincoli sanitari, autorizza a chiedere, “comunque entro il limite delle disponibilità regionali”.

La logica degli interventi finanziari – ora e soltanto per questa emergenza – va invece capovolta, perché il fabbisogno nasce dal basso e il finanziamento ne è la conseguenza.

Non può esserci un fabbisogno predeterminato dalle risorse disponibili. Se fosse così, migliaia di scuole sarebbero costrette a ridurre drasticamente il tempo scuola, affidando i gruppi delle classi sdoppiate agli attuali docenti assegnati, senza ricorre a docenti aggiuntivi (e senza ulteriori oneri finanziari).