Ritorno a scuola: il fai da te dei DS per sopravvivere

Nel documento finale del Piano Scuola 2020-2021 la parola ‘autonomia’ è presente 19 volte, la parola ‘dirigenti scolastici’ 21 volte. La frequenza particolarmente intensa di quei due termini e l’insistenza con cui la filosofia di quel Piano (arrangiatevi…) ne è sostanzialmente pervasa lasciava già chiaramente intendere che il carico maggiore di responsabilità e di decisioni da assumere alla fine si sarebbe riversato sulle spalle del preside.

Qualche dirigente si era illuso che il cruscotto informativo per conoscere con un semplice click la capienza delle aule, annunciato come già pronto un mese fa, avrebbe facilitato il lavoro per definire la riorganizzazione del servizio con eventuale ricerca di spazi esterni e richiesta di organico aggiuntivo.

Dopo un paio di settimane di inutile attesa, molti DS sono stati costretti a procedere autonomamente, chiedendo al RSPP la certificazione per calcolare la capienza delle aule e hanno cominciato a sollecitare Comuni e Municipi per il reperimento di spazi esterni.

Diversi di loro non hanno esitato a rivolgersi alle parrocchie per utilizzare in comodato d’uso locali disponibili. Un fai da te conseguente all’arrangiatevi della filosofia del Piano Scuola.

In molti territori uffici tecnici e istituzioni scolastiche hanno operato in sinergia per far fronte ad un fabbisogno soltanto stimato, in attesa dei parametri ufficiali che il ministero, d’intesa con il CTS, dovrebbe individuare. Ma sarà un’attesa inutile, perché la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha già precisato che gli unici parametri sono i due metri di distanza dalla cattedra ai banchi e il metro da bocca a bocca tra gli alunni.2

In questo modo, a ranghi sparsi, con un fai da te tanto necessario quanto pericoloso, ci si avvicina al 1° settembre con troppi nodi ancora da sciogliere per una parte consistente delle 41.778 scuole statali che il 14 settembre dovrebbero riprendere le lezioni in presenza.