Ritorno a scuola: a settembre oltre 41mila nuove assunzioni (ma restano delle criticità)

Un avvio d’anno scolastico all’insegna della stabilizzazione. Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e riportati da Italia Oggi, nel settembre 2025 saranno oltre 41mila i docenti immessi in ruolo, su un contingente autorizzato di 54.526 posti. Un tasso di copertura pari a circa l’80% delle cattedre disponibili, che rappresenta un deciso salto in avanti rispetto all’anno precedente, quando le assunzioni effettive si erano fermate a 21.502.

Assunzioni anticipate e nuovi canali di reclutamento

Il Ministero attribuisce questo risultato a una duplice strategia: da un lato, l’anticipo di circa venti giorni delle procedure rispetto agli anni passati; dall’altro, il ricorso a più canali di reclutamento, tra cui le graduatorie a esaurimento, le graduatorie di merito, le GPS e la cosiddetta “call veloce”. A oggi, sono già state concluse circa 29mila immissioni, di cui 7.700 su posti di sostegno. Altre 6mila dovrebbero essere completate entro la fine di agosto, a cui si aggiungono le 6mila assunzioni già formalizzate per i docenti di religione cattolica.

Sostegno e divari territoriali: le criticità che restano

Nonostante l’aumento significativo delle immissioni, permangono due nodi strutturali. Il primo riguarda il sostegno: le nomine sono in calo rispetto all’anno scorso (8.660 nel 2024/25), a causa soprattutto della carenza di docenti specializzati nella scuola dell’infanzia e primaria. Il problema è particolarmente acuto nelle regioni del Nord, dove il fabbisogno rischia di non essere colmato. Il Ministero punta sui percorsi TFA promossi da Indire per tamponare la situazione, ma i tempi restano incerti.

Il secondo punto critico riguarda la distribuzione geografica delle assunzioni. In Lombardia, ad esempio, solo il 40% dei posti è stato effettivamente coperto, mentre in Piemonte e Veneto le percentuali sono di poco superiori. A pesare è la difficoltà di attrarre insegnanti provenienti dal Sud, scoraggiati dal costo della vita più elevato nelle grandi città del Nord.

Un piano per l’housing sociale del personale scolastico

Proprio per far fronte a questo squilibrio, il governo ha annunciato che il nuovo Piano Casa Italia includerà specifiche misure di housing sociale, destinate in particolare al personale scolastico, sia docente che ATA. Un tentativo di rispondere a una sfida non solo logistica, ma anche sociale: garantire condizioni di vita sostenibili a chi lavora nelle scuole dei territori più in difficoltà.

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