Ricorsi dei precari. L’incasso dovrà attendere

Quasi ogni giorno le agenzie di stampa riportano comunicati di sentenze favorevoli a personale precario della scuola a cui i giudici del lavoro di varie parti d’Italia hanno riconosciuto il diritto alla stabilizzazione in ruolo, oppure la maturazione degli scatti di anzianità o la retribuzione dei mesi estivi.

A fornire notizia alle agenzie sono, ovviamente, le associazioni e i sindacati (Codacons, Anief, ecc.) che hanno patrocinato i ricorsi vincenti.

In tutta questa sequenza, comprensibilmente euforica, di comunicati stampa sui ricorsi accolti, non si è mai sentita la voce dell’Amministrazione che, in conseguenza di quelle pronunce, dovrebbe essere considerata soccombente.

Il silenzio, però, non deve essere considerato come acquiescenza con conseguente possibilità immediata da parte dei ricorrenti di passare subito all’incasso. Tutte le sentenze dei giudici del lavoro a favore dei precari ricorrenti vengono, infatti, immediatamente impugnate in appello da parte del Miur, secondo una tassativa disposizione della Funzione Pubblica valida per tutte le Amministrazioni statali.

Questa generalizzata volontà di appellare tutte le sentenze sfavorevoli nasconde probabilmente l’obiettivo dilatorio di ritardare il più possibile i pagamenti, sperando anche che l’appello ribalti le sentenze, come è successo già in alcuni casi (nel Veneto, per esempio).

In ogni modo, considerati i tempi dei giudizi di appello e diversamente da quanto emerge dai comunicati sindacali, i docenti precari interessati dovranno attendere non poco tempo per passare all’incasso.