Tuttoscuola: Non solo statale

Revocata la parità alle scuole milanesi?

Scaduto sabato 19 gennaio il termine perentorio fissato dal ministro della pubblica istruzione per mettersi in regola (anche le scuole dell’infanzia del Comune di Milano devono conformarsi all’ordinamento scolastico), in queste ore c’è attesa sull’esito di quello che nella settimana è diventato uno scontro politico tra schieramenti contrapposti, con minaccia di estensione del modello milanese (no alle iscrizioni di figli di clandestini e sì agli anticipi per i nati entro il 30 aprile) da parte di sindaci del centro-destra e tanto di interrogazioni parlamentari su fronti opposti.
Difficile fare previsioni tra timori e speranze.
I timori: sono legati al rischio che si determini un braccio di ferro tra Moratti e Fioroni, usando la scuola come area di scontro politico e mettendo a rischio, per le scuole paritarie gestite dagli enti locali, il sistema unitario integrato rappresentato dalle scuole statali e da quelle paritarie unite sotto il tetto dei medesimi ordinamenti scolastici. Gli effetti di una rottura di questo genere sarebbero incalcolabili e a perderci, senza ombra di dubbio, sarebbe il sistema paritario.
Le speranze: Fioroni, che è certamente dalla parte della ragione, ha forse agito troppo d’impulso, provocando irrigidimento a Milano che si è sentita colpita da un giudizio assoluto che non ha tenuto conto dei meriti attuali e storici delle sue scuole comunali. È auspicabile abbassare i toni della polemica, fare qualche passo indietro e arrivare ad una intesa onorevole che salvi, comunque, il rispetto delle norme.
Un accordo che non mortifichi nessuno eviterebbe imitazioni dannose per il sistema di istruzione e per i rapporti tra lo Stato e le Autonomie locali.

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