Renzi: merito, valutazione e autonomia nella Buona Scuola

L’agenzia Dire riporta l’intervento del premier Renzi, intervistato da Rtl 102.5.

“La buona scuola non è che l’inizio, mettiamoci dentro parole come merito, valutazione, autonomia”. Matteo Renzi, a ridosso dell’apertura delle scuole, torna a parlare della sua ‘buona scuolà, facendo alcune raccomandazioni: “Bisogna abituarci ad essere valutati, non soltanto i ragazzi ma anche gli insegnanti, bisogna abituarsi a dire che c’è spazio per il merito, e per stare comunque sempre al passo di chi è ultimo, di chi non ce la fa, e piano piano cercheremo di rimettere in ordine anche questa vicenda”.

Secondo il presidente del Consiglio, “le polemiche sul mondo della scuola sono sempre naturali e non ce le sfangheremo mai, ma è giusto dire che ci son 100.000 posti di lavoro in più che prima non c’erano. Siccome per vent’anni nella scuola italiana si è tagliato, lasciatemi dire con un po’ di orgoglio che per la prima volta ci sono un po’ più di soldi nella scuola. Poi, uno può dire che li preferiva messi in un altro modo, ma per la prima volta l’Italia mette più soldi sui propri figli e un po’ meno sulle istituzioni politiche”.

“È iniziato a cambiare- assicura Renzi- per decenni ogni anno si creavano nuovi precari, noi abbiamo iniziato a mettere un punto fine. Poi ovviamente c’è sempre chi non è contento, perché deve spostarsi di qualche chilometro, perché è stato assunto non quando sperava lui, ci sono tante polemiche”.

“Ci saranno 1642 cantieri che termineranno entro il 10 settembre e che vedranno i genitori riportare i ragazzi a scuola in ambienti rinnovati, sono 940 milioni di euro che abbiamo preso dalla BEI con un mutuo particolare, stiamo dedicando dei soldi ulteriori nei prossimi mesi perché ci sia più attenzione all’edilizia scolastica. Ancora: aprire delle palestre, fare delle materie in più, spiegare ai nostri ragazzi che è importante la musica, la storia dell’arte o l’educazione motoria, ma anche le materie più classiche, io credo moltissimo nel valore della cultura umanistica come elemento fondamentale del nostro Paese”.

La scuola, sostiene Renzi, “non si risolve con un click in un mese. Ci sono dei problemi grandi che riguardano le singole carriere dei professori, li rispetto perché spesso sono stati presi in giro dalle istituzioni. Gli era stato magari detto che avrebbero fatto l’insegnante e poi invece gli è stato assicurato il precariato, noi stiamo cercando di assicurar loro continuità educativa e didattica”.

Perché alla fine, conclude il presidente del Consiglio, “come diceva Don Milani il punto chiave della scuola è quanti ragazzi perde, e quindi non è tanto preoccuparsi degli aspetti organizzativi ma evitare che il ragazzo se ne vada”.