Tuttoscuola: Non solo statale

Referendum di Bologna: consultivo, però….

E’ probabile che quando i nostri lettori leggeranno questa edizione della newsletter l’esito del referendum di Bologna sul finanziamento alle scuole paritarie sia già noto. Le considerazioni che seguono vengono fatte dunque a prescindere dall’esito della consultazione, o per meglio dire mentre essa è in corso, ma riteniamo che esse restino valide qualunque sia il risultato delle urne.

Va fatta comunque una premessa: se il tasso di partecipazione al referendum (consultivo, e quindi senza quorum minimo) sarà stato significativo, vicino cioè a quello che si registra nelle elezioni politiche e amministrative, se ne potrà dare un’interpretazione politica, visti gli schieramenti in campo, altrimenti no. Con una partecipazione, per esempio, del 35-40% sarebbe difficile capire chi ha vinto e chi ha perso. Anche se prevalessero coloro che chiedono di cancellare il finanziamento sarebbe facile per gli altri dire che la bassa affluenza alle urne va interpretata come una implicita approvazione dell’operato del Comune, che il finanziamento l’ha confermato e lo difende.

Se invece la partecipazione fosse alta, per esempio del 55-60% o superiore, l’esito del referendum assumerebbe un significato politico di rilievo nazionale perché il confronto sarebbe tra uno schieramento in qualche misura rapportabile a quello che sostiene l’attuale governo e uno alternativo, che comprende Sel, Movimento 5 Stelle e altri soggetti della sinistra radicale, con l’appoggio non solo dei Cobas ma anche della Cgil (non solo della Fiom).

Se quest’ultimo schieramento (opzione A) prevalesse, vorrebbe dire che una parte dell’elettorato Pd lo ha appoggiato, sconfessando la linea ufficiale del partito, quasi tutto schierato a favore dell’opzione B. Se prevalesse quest’ultima, la posizione della leadership del Pd, compresa la scelta di appoggiare il governo (peraltro presieduto dal suo vicesegretario, Enrico Letta) ne uscirebbe rafforzata. 

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