Sul reclutamento Pittoni vuole mettere il M5S con le spalle al muro

Mentre voci di corridoio parlano di rilevanti veti del MEF alla bozza di DL scuola che sembrava ormai prossimo al varo da parte del Consiglio dei Ministri, sembrano radicalizzarsi le posizioni dei partiti della maximaggioranza che sostiene il Governo Draghi sulla delicata questione del reclutamento dei docenti, che di quel DL dovrebbe essere parte integrante.

Abbiamo più volte dato notizia delle posizioni contrapposte dei due sottosegretari all’istruzione sul reclutamento docenti che sostengono da una parte l’imprescindibilità del concorso per esami (Floridia, M5S) e l’urgenza di un concorso per titoli che valorizzi l’esperienza (Sasso, Lega).

Sulla questione è sceso in campo il sen. Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega, che non ha esitato a puntare il dito contro i grillini, accusandoli di “atteggiamento irresponsabile volto a negare la gravità della situazione in cui si trova la scuola può costare caro e rischia di ritardare l’attuazione di soluzioni utili”.

Pittoni ritorna sulle proposte della Lega che, a suo parere, potrebbero avviare a soluzione il pesante problema del precariato, ricordando che “Per il reclutamento dei docenti abbiamo individuato sedici diverse situazioni e proposto caso per caso come uscirne”.

Non usa nemmeno mezzi termini per mettere sotto accusa il M5S, affermando che “Se questo atteggiamento di ostinazione strumentale da parte del Movimento 5 stelle dovesse persistere, il rischio concreto è che nulla migliori e a farne le spese sarà l’intero mondo della scuola”. Nel mirino di Pittoni, anche se non lo esplicita, sembra esserci in particolare l’ex ministra Lucia Azzolina, che ha sempre difeso con grinta la linea dei concorsi.

La pesante divergenza di vedute che emerge dalle dichiarazioni di Pittoni sembra andare oltre le posizioni dei due partiti, ex-amici nel primo governo Conte, lasciando quasi intendere che in Parlamento si stia formando sul reclutamento una posizione di isolamento del MoVimento.

Se davvero si sta silenziosamente costituendo alle Camere una specie di “cordone sanitario” intorno al M5S, vi potrebbero essere ripercussioni sulla stabilità del Governo che il presidente Draghi, per primo, non potrebbe consentire, costringendolo a scendere in campo con il ministro Bianchi per trovare una mediazione urgente.

 

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