Reality precari: non è mai troppo tardi?

Si va precisando il progetto di reality show che vedrebbe protagonisti alcuni insegnanti precari in qualità di docenti – si dovrebbe dire di recupero  – di ex partecipanti rivelatisi particolarmente ‘somari’ nei  reality trasmessi in passato dalle reti Mediaset.

Si chiamerebbe “Non è mai troppo tardi”, proprio come il celebre programma del maestro Manzi degli anni 60 destinato agli adulti italiani analfabeti, il reality che dovrebbe andare in onda su Canale 5 con la conduzione, si dice, di Alfonso Signorini, direttore di Chi, e Federica Panicucci.

Il reclutamento è in corso, promosso da uno spot diffuso dalle tv targate Mediaset nella fascia oraria del mattino: “Sei un insegnante precario della scuola? Sei disoccupato? Vuoi rimetterti in gioco e fare qualcosa di diverso? Contattaci, puoi vincere dieci anni di stipendio». Ai precari selezionati andrebbero 150.000 euro, che per la verità non sono dieci anni di stipendio, ma sono pur sempre una somma allettante.

Alle reazioni indignate dei precari, di cui abbiamo già dato notizia, si aggiungono ora quelle dei sindacati (Pantaleo, Flc-Cgil, parla di “spettacolarizzazione di un dramma”, la Gilda degli insegnanti di un programma “gratta e vinci che cavalca indegnamente la disperazione dei docenti precari”) e dei politici. Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, dice che “il governo ignora i precari e loro diventano persino fenomeni da baraccone degli show, una vergogna”. Per Felice Belisario, dell’Italia dei valori, “il berlusconismo taglia i fondi a scuola, università e cultura per ridurre gli operatori di questi settori a prostituirsi moralmente per un tozzo di pane”.

Non è chiaro ora che cosa intende fare Mediaset, che mostra prudenza (“fin qui è solo uno fra i tanti progetti sperimentali ai quali stiamo lavorando”, ha detto il direttore di Canale 5 Massimo Donelli.

Mettere in palio premi per disoccupati (come per aspiranti cantanti, inventori ecc.) non sarebbe d’altra parte una novità per i reality show, come si è visto nelle tv di tutto il mondo. Ma di certo, nel caso dei precari della scuola italiani, il programma assumerebbe un significato beffardo, irridente, nei confronti di una categoria che nella realtà effettuale vive un autentico dramma personale, sociale ed esistenziale. Il fatto è che lo share, la quota di spettatori in collegamento, che è quella che interessa alle grande reti televisive, potrebbe essere allettante… Ma forse “Non è mai troppo tardi” anche per rinunciare a una cattiva idea, anche se allettante.