Rappresentante degli studenti sospeso per un’intervista, Maturità a rischio

Colpevole di aver rilasciato un’intervista nella quale ha parlato dei problemi della propria scuola. Secondo la Gazzetta di Modena sarebbe questa la motivazione che ha portato alla sospensione di un ragazzo di 18 anni, rappresentante degli studenti, che ora rischia di non poter svolgere la maturità 2024. Per lui si è è già svolto un sit-in di solidarietà. A organizzarlo sono stati gli studenti dell’Ites Jacopo Barozzi di Modena “per difendere il nostro diritto alla libertà di parola e di espressione“, hanno dichiarato. I ragazzi hanno fatto riferimento anche ad ulteriori episodi che avrebbero coinvolto altri rappresentanti degli studenti, a loro volta “oggetto di provvedimenti disciplinari, anche se di minore entità, per essersi fatti portavoce della nostra opinione”. Intanto la deputata Elisabetta Piccolotti, di Alleanza verdi e sinistra, ha annunciato di aver presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per fare chiarezza sull’episodio: “Vicenda molto grave”.

Protestare in modo pacifico e spiegare alla stampa i motivi della protesta – ha detto la parlamentare rossoverde della commissione Cultura di Montecitorio – non può essere motivo di sospensione, altrimenti si chiama intimidazione. È per questo che non può e non deve essere sminuita la gravità della decisione del Consiglio di Istituto di sospendere il rappresentante degli studenti per dodici giorni.  Consideriamo le rappresentanze studentesca – ha concluso Piccolotti – e la loro libertà di azione come un elemento irrinunciabile nella vita democratica degli istituti, per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro Valditara perché si faccia chiarezza su questo episodio”.

Nell’intervista alla Gazzetta di Modena in occasione dello sciopero del 28 novembre scorso, non autorizzato dalla scuola, lo studente sospeso faceva riferimento a “tanti problemi” della scuola e al fatto che “noi studenti siamo qui a protestare perché li vogliamo risolvere, noi non siamo terroristi, noi siamo pacifisti e in questo modo noi vogliamo cambiare la scuola con discorsi, in maniera pacifica”. Tra le richieste anche le gite all’estero, “come fanno tante scuole e ci viene impedito, noi vogliamo farle perché siamo degli studenti di lingue“. E rimandava anche a “ricatti” e “intimidazioni” subiti perché non venisse organizzata la manifestazione di protesta, nonché perquisizioni a cui sarebbero stati sottoposti alcuni ragazzi l’ultimo giorno di scuola del giugno 2023.

“È molto importante il comportamento che lo studente tiene l’ultimo anno di scuola – ha spiegato all’Ansa Cassanelli -, quindi più che mai una sospensione di quella portata in quinta superiore danneggia molto e mette anche a rischio l’ammissione all’esame. Mi preoccupa perché l’esito dell’esame è il passaporto per il mondo del lavoro e l’università“.

L’avvocato Stefano Cavazzuti, che assiste il ragazzo e ha stilato una memoria difensiva di sedici pagine, ha confermato che “siamo in attesa della notifica del provvedimento. Sappiamo che il consiglio d’istituto ha votato a favore della sospensione“. Il legale ha anche sottolineato che il suo assistito ha rilasciato l’intervista in qualità di rappresentante degli studenti e quindi nello svolgimento di una funzione politica che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica. “È una triste vicenda. È bello vedere tanto affetto e solidarietà dai ragazzi – ha commentato l’avvocato -. Chi esprime opinioni, chi parla, in questo momento se non ripete le cose che gli sono state dette di dire rischia a titolo personale. Questo avviene nella scuola che dovrebbe invece essere il luogo in cui s’insegna ai ragazzi a sviluppare senso critico”. 

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