Rapporto CNOS/FAP-CENSIS: 55% diplomati Its ha trovato lavoro
I risultati dell’Osservatorio sugli Its creato da Cnos-Fap e Censis sono stati presentati lo scorso 5 febbraio da Claudia Donati del Censis e Mario Tonini di Cnos-Fap, e discussi da Giuseppe De Rita, presidente del Censis, dall’assessore del Piemonte Giovanna Pentenero (Coordinamento delle Regioni) e da Gabriele Toccafondi, sottosegretario del Miur.
Gli Its (Istituti tecnici superiori) sono storia recente, ma in rapida evoluzione. Dagli iniziali 59 nel 2010-2011 siamo ai 75 attivi oggi. La ricerca realizzata da Cnos-Fap con il Censis ha coinvolto 41 Fondazioni (che nel primo biennio di attività hanno erogato 52 percorsi formativi) e 518 diplomati. L’Its viene scelto non per consolidare la cultura personale, ma per trovare un’occupazione (lo afferma il 29,6%). Il 22,8% si è spostato di provincia e il 7,7% anche di regione. Non è una migrazione dal Sud al Nord, ma una decisione basata sul genere di corso che si intende seguire. Gli studenti degli Its hanno spesso un diploma e un’età tra 21 e 22 anni (34,6%), il 21,8% hanno superato i 25 anni, e per il 76,1% sono maschi, segno che le vocazioni lavorative tecniche sono ancora poco diffuse tra le ragazze, a meno che non siano legate alla moda, al turismo o ai servizi. I diplomati ritengono che le fondazioni debbano migliorare alcuni aspetti, principalmente quelli relativi ai contatti con le aziende per favorire l’occupazione (56%) e all’organizzazione complessiva dei percorsi (55,6%).
Gli occupati al momento della rilevazione erano il 54,8%. e nella maggior parte dei casi (69,8%) ritengono molto utili le competenze acquisite per lo svolgimento del proprio lavoro. Il quadro che emerge dalla ricerca è completato dall’opinione di alcuni datori di lavoro (meccatronica, moda, agroalimentare, turismo), che considerano due gli aspetti di eccellenza: l’efficacia della formazione teorica integrata con quella pratica e la scelta utilitaristica dei ragazzi che, essendo determinati nel seguire un percorso per trovare lavoro, sono decisamente motivati.
“Dopo il primo rapporto per comprendere come la nuova offerta formativa degli Its fosse adeguata e accolta da giovani e imprese, quest’anno, invece, l’Osservatorio del Cnos-Fap e del Censis si è concentrato sugli esiti occupazionali”, ha detto Mario Tonini presidente di Cnos-Fap. “Con questa ricerca abbiamo voluto comprendere la qualità del lavoro e le dinamiche che lo hanno reso possibile, per meglio indirizzare i nostri sforzi di formatori e il rapporto con il mondo dell’impresa”.
“Questa seconda indagine non ha fini statistici, ma ha l’obiettivo di appurare lo stato di soddisfazione dei ragazzi, delle Fondazioni e degli imprenditori”, ha detto Claudia Donati del Censis, curatrice della ricerca. “L’indagine è stata realizzata nel 2014 e si è focalizzata sugli esiti occupazionali dei primi diplomati Its, quelli dei percorsi attivati nel periodo 2010-2011. Occorre però prestare particolare attenzione al filo rosso che lega tutti i soggetti intervistati, concordi nel ritenere fondamentale la manutenzione e l’ampliamento della rete di relazioni delle Fondazioni con il tessuto imprenditoriale, non solo locale”. “Parimenti importante – sottolinea a margine dell’evento il prof Giorgio Maracchioni, Presidente della Fondazione ITS di Pomezia – “è far crescere la consapevolezza che l’ITS è l’infrastruttura in grado di alimentare il rapporto con il mondo dell’impresa che è chiave dello sviluppo del sistema paese”. Inoltre – aggiunge Maurizio Aluffi, segretario di Confartigianato Imprese Lazio – “gli ITS dovrebbero essere centri di ricerca e di servizio, aiutarci ad attuare sistemi formativi e formare le risorse umane su quell’innovazione”.
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