Question time sulle primine

Come mai tanti bambini, obbligati alla prima elementare, sostengono l’esame di idoneità per passare direttamente alla seconda classe?

Lo chiede al ministro dell’istruzione con interrogazione a risposta immediata in Commissione Cultura della Camera (n. 5-00054) l’on. Alba Sasso che, sulla scorta di notizie di stampa che avrebbero riferito di mille bambini pugliesi passati con l’esame di idoneità direttamente alla seconda classe per il prossimo anno scolastico, chiede al ministro “quali iniziative vorranno essere intraprese per verificare nelle opportune sedi istituzionali la legittimità di una frequenza anticipata nella scuola elementare che rischia di essere attuata in forme e in modi non compatibili con il rispetto dei ritmi di crescita dei bambini e delle bambine“.

L’on. Sasso nella sua interrogazione individua, quale causa del fenomeno, il decreto ministeriale 776 del 31 gennaio scorso che, a suo dire, avrebbe favorito tale ricorso alla frequenza precoce nella scuola primaria.

A dire il vero, la nota che accompagna il decreto citato non prevede gli esami di idoneità di cui parla l’on. Sasso, ma riferisce invece del fatto che chi frequenta scuole private non è tenuto a sostenere ogni anno l’esame di idoneità per passare alla scuola statale.

Gli esami di idoneità per passare anzitempo alla classe successiva a quella dell’età corrispondente, in uso da decenni nella scuola primaria consentendo quel fenomeno delle “primine” tanto deprecato da taluni ma utilizzato da numerose famiglie soprattutto delle aree meridionali, è stato definito da altra norma.

In un primo tempo sembrava che tale istituto normativo venisse abrogato, ma il decreto legislativo 59/2004 sul primo ciclo, pur prevedendone l’abrogazione, lo ha fatto rivivere tale e quale con la stessa formulazione(art. 8).

Attualmente, pertanto, oltre agli anticipi di iscrizione alla prima classe, i nati dopo il 30 aprile possono chiedere legittimamente il passaggio alla seconda mediante l’esame di idoneità, guadagnando dal secondo anno un anticipo come gli altri e anche più.

Un po’ assurdo ma vero.