Quel precariato che contesta certo sostegno

Hanno tutti tra i 40 ed i 50 anni circa e scrivono da Avellino. Sono i docenti precari che segnalano “Siamo un gruppo di docenti precari di educazione fisica della provincia di Avellino, stanchi di essere presi in giro, di subire l’ennesima beffa, il consueto scippo. Precari, buona parte ultra cinquantenni, inseriti nella prima fascia della ex graduatoria permanente, ora graduatoria ad esaurimento, proprio così: ad “ESAURIMENTO”. Docenti precari, veramente storici e forse anche, sotto certi aspetti, eroici, sempre pronti con grande dignità, professionalità, abnegazione a servire la scuola nell’insegnamento dell’ex educazione fisica, ora Scienze motorie. Docenti che credevano e credono tuttora all’insegnamento di questa disciplina sempre bistrattata , per ovvie ragioni, ma tanto importante nel contesto educativo e formativo dell’allievo. Siamo veramente stufi di subire, di essere ancora una volta vittime di abusi”.

“La nostra denuncia – continuano – è rivolta alla recente pubblicazione dei trasferimenti per la scuola secondaria di 1° grado ai sensi dell’OM n. 76 del 21/12/2006 e del contratto collettivo nazionale concernente la mobilità del personale docente per l’a.s. 2007/2008, che hanno visto in tantissimi CSA d’Italia, ma in particolar modo la Campania ed Avellino, cose assurde. Con i trasferimenti, nella nostra classe di concorso A030, educazione fisica appunto, si è verificata, a dire degli addetti ai lavori in maniera legale, il passaggio di ben 6 colleghi di ruolo, insegnanti di sostegno, sulla disciplina, l’educazione fisica, a fronte di una disponibilità di n. 6 posti o cattedre vacanti, quindi in pratica dell’intero. La stessa cosa è avvenuta con i trasferimenti dell’anno scorso 2006/2007 che ha riguardato n. 3 trasferimenti.

Colleghi, questi, che hanno avuto l’abilità, qualche anno fa, di percorrere l’unica strada per l’immissione in ruolo, cioè quella del sostegno, e poi, grazie a disposizioni assurde (e da verificare), il trasferimento sulla disciplina, togliendo l’opportunità a noi precari ultraventennali dell’immissione in ruolo, visto l’accaparramento dell’intera disponibilità.

Noi precari storici, addirittura alcuni alla soglia del pensionamento, sapevamo di questo canale percorribile per l’immissione in ruolo, più semplice, visto la forte richiesta di questo personale, ma non abbiamo mai pensato di farlo , principalmente per due ragioni: – per un fatto di principio, visto che i nostri studi erano stati rivolti all’educazione fisica, di professionalità, di grande passione per la disciplina, a cui crediamo e ne riconosciamo tanta importanza e che per la quale ci siamo sempre prodigati con incessante impegno, entusiasmo e sacrificio e non interessati assolutamente all’insegnamento del sostegno, una “disciplina” a cui non crediamo tanto, per lo meno così come è strutturata; – nella nostra provincia, Avellino appunto, e non solo, fino poco tempo fa la partecipazione ad un corso di specializzazione per il sostegno costava tanto non solo sotto l’aspetto economico (5/7/10 milioni) ma soprattutto sotto l’aspetto morale. Noi non ci siamo mai abbassati a nessuno.

Quando sono stati banditi i corsi per gli insegnanti di sostegno… l’unica possibilità di entrare nelle scuole era data proprio dal sostegno, che rappresentava e rappresenta, però, solo una fase di transito perché appena si ha l’occasione si passa, grazie a emendamenti discutibili, alla propria classe di concorso, andandosi a farsi benedire tutti i buoni propositi del senso morale della missione verso i diversamente abili.

Si è dato luogo allo sforno, continuo, di tanti insegnanti di sostegno, in particolare appartenenti alla nostra classe di concorso, che grazie, poi, ad altri scellerati provvedimenti, hanno ottenuto l‘agognata abilitazione all’insegnamento (riservata ecc..). Ottenuta tanta compiacenza sono stati, poi, immessi in ruolo sul sostegno. Ora, sempre grazie, a disposizioni assurde, frutto di concertazione del ministero e la triplice sindacale, questi fortunati colleghi si trasferiscono comodamente, monopolizzando tutte le disponibilità, sull’Educazione fisica, togliendo la possibilità a noi eroici insegnanti precari dell’immissione in ruolo.

La nostra lotta è rivolta ad evitare che questo avvenga puntualmente ogni anno, privando la scuola, senza alcuna presunzione, dei veri insegnanti di educazione fisica, quelli che con decenni di servizio hanno maturato esperienza e competenza, evitare che gli assistenti possano insegnare una disciplina, che forse l’hanno vista solo insegnare, da noi, naturalmente. Come si può avere una scuola di qualità, che risponda con professionalità e competenza ai bisogni e alle esigenze degli allievi? Si può negare il diritto ad una istruzione qualificata a milioni di giovani e bambini? Si può, mai, con colleghi che hanno sempre “insegnato” sul sostegno e mai sull’educazione fisica? Si può lasciare a casa chi ha sempre servito la scuola con professionalità, passione, con merito? Basta con l’assistenza, pensiamo ad una scuola di qualità, rivolgiamo un appello a tutti coloro che hanno veramente a cuore il futuro della scuola e dei nostri ragazzi”.