Quel pasticciaccio parlamentare della montagna

Fioccano i ricorsi sindacali contro le disposizioni emanate sulla valutazione dei titoli per la compilazione delle graduatorie permanenti. Cisl scuola, Gilda e Snals, ad esempio, hanno annunciato azioni giurisdizionali che mettono in dubbio la legittimità costituzionale del decreto legge n. 97/2004 e della legge di conversione 143/2004.
Ma chi è stato ad avere quella bella idea del raddoppio del servizio di montagna?
Di chi la colpa? Della fretta e di una certa superficialità, certamente.
Il raddoppio del punteggio per servizio in scuole di montagna è sempre stato previsto nei trasferimenti degli insegnanti elementari come particolare riconoscimento di situazioni di disagio che accompagnano la supplenza. Le scuole elementari di montagna, previste dalla legge 90/1957 sono (si dovrebbe dire erano) piccoli plessi pluriclasse o di classe unica in remoti e scomodi paesini privi spesso di collegamenti. Attualmente quelle scuole sono rimaste un centinaio o poco più.
Il senatore trentino Mauro Betta (Gruppo per le Autonomie), quando si discuteva mesi fa del disegno di legge sul precariato ha proposto che anche per le graduatorie permanenti (e solo per i plessi riconosciuti scuole di montagna) si raddoppiasse il punteggio, ricevendo l’ok della commissione istruzione del Senato.
Il decreto legge 97/2004 ha recepito quell’emendamento. Nel corso dell’esame di conversione del decreto, nella commissione istruzione del senato alcuni senatori dell’opposizione hanno proposto di estendere il beneficio a tutti gli ordini di scuola (in allegato riportiamo una ricostruzione della vicenda da parte delle on. Sasso e Capitelli dei DS).
Ma in aula in Senato e a Montecitorio è cambiato ancora il significato di scuole di montagna che sono diventate prima scuole situate nei comuni di montagna e poi quelle di cui almeno una sede è situata sopra i 600 metri. La Camera ha respinto un emendamento che, prudentemente, proponeva di dare applicazione dal 2005-2006. In tal modo l’effetto del raddoppio è diventato retroattivo.
La frittata era fatta. Il ministero ha tentato di metterci una pezza, cercando di far quadrare tempi, norme e criteri. Ora bisogna vedere che esito avranno i ricorsi sindacali per dubbia costituzionalità di quel punteggio doppio.