Quel FUN che resta soltanto sulla carta

Nella legge 107 sulla Buona Scuola vi è piena consapevolezza del ruolo-chiave dei dirigenti scolastici nell’attuazione della riforma.

Sui dirigenti si concentrano infatti le maggiori responsabilità per la piena riuscita della legge, tanto che, senza necessità di ricorrere alla contrattazione, unilateralmente è stato disposta per loro (comma 86) una apposita compensazione retributiva: “In ragione delle competenze attribuite ai dirigenti scolastici, a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016 il Fondo unico nazionale (FUN) per la retribuzione della posizione, fissa e variabile, e della retribuzione di risultato dei medesimi dirigenti è incrementato in misura pari a euro 12 milioni per l’anno 2015 e a euro 35 milioni annui a decorrere dall’anno 2016, al lordo degli oneri a carico dello Stato. Il Fondo è altresì incrementato di ulteriori 46 milioni di euro per l’anno 2016 e di 14 milioni di euro per l’anno 2017 da corrispondere a titolo di retribuzione di risultato una tantum”.

Ma, mentre alcune nuove competenze dirigenziali sono già state attivate (comitati di valutazione, elaborazione dei piani triennali) nel perdurante clima di ostilità verso il dirigente scolastico, di quel compenso non vi è traccia (e anche per il FUN dell’anno scorso si è ancora ai nastri di partenza).

L’ANP, la principale Associazione sindacale dei capi d’istituto, dopo aver constatato il pesante ritardo di erogazione del FUN anche per gli anni passati, ha diffidato il Miur “a disporre l’immediata determinazione e ripartizione del Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici … per l’avvio delle contrattazioni relative all’anno 20152016”.

Contestualmente l’ANP  ha inviato al Miur un altro atto di diffida e messa in mora a “cessare dalla condotta di unilaterale tutela delle posizioni attive del MIUR ritardando oltre ogni limite ragionevole la definizione delle posizioni creditorie dei dirigenti al fine di una giusta compensazione della retribuzione di posizione (parte variabile) dei dirigenti scolastici”.

La pronta erogazione del FUN e della compensazione della retribuzione di posizione, oltre ad essere un problema di legittimità e di giustizia, è una questione di opportunità politica per favorire condizioni favorevoli all’attuazione della riforma.