Invalsi 2022: si ferma il crollo delle competenze, ma solo la primaria torna in carreggiata. E quasi 1 studente su 2 si diploma senza raggiungere le competenze di base

Si blocca il calo degli apprendimenti, ma siamo ancora lontani dai livelli pre Covid. Almeno per quanto riguarda la scuola secondaria. La primaria invece sembra tornare in carreggiata. Alle medie e alle superiori, dunque, si conferma il gap negli apprendimenti a causa del solco provocato dalla pandemia e dalla scarsa qualità della didattica a distanza degli anni scorsi. E quasi 1 studente su 2 si diploma senza aver raggiunto le competenze di base. Sono questi alcuni dei punti emersi nel corso della presentazione dei risultati delle prove Invalsi 2022

Gli esiti delle ricerche internazionali alle quali l’Italia partecipa dal 1995 ci indicano che le tendenze evidenziate attraverso le prove Invalsi 2022 affondano le loro radici molto lontano nel tempo, spesso già a partire dai primi anni 2000. Le prove INVALSI 2022 hanno coinvolto oltre 920.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e poco più di 953.000 di studenti della scuola secondaria di secondo grado (classe II e ultimo anno).

Prove Invalsi 2022: la primaria supera la prova della pandemia

La scuola primaria riesce a garantire risultati analoghi a quelli riscontrati nel 2019 e nel 2021 confermando quindi la tenuta della
scuola primaria in questi anni di pandemia.

I risultati della scuola primaria sono abbastanza simili in tutte le regioni del Paese e difficilmente le differenze sono significative in senso statistico. Emergono tuttavia alcune indicazioni importanti che, se osservate con attenzione, possono fornire una spiegazione dei grossi divari che si evidenziano nella scuola secondaria, di primo e di secondo grado. In particolare, si registrano i buoni risultati degli allievi della primaria della Valle d’Aosta, di alcune regioni del Centro (Umbria e Marche) e della Provincia Autonoma di Bolzano, limitatamente all’Inglese.

Diminuisce la differenza tra scuole in tutta Italia, anche se in Italiano, in Inglese e ancora di più in Matematica si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali. Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.

Prove Invalsi 2022 secondaria I grado: si ferma il calo in Italiano e Matematica

Si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021. Gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono
invece stabili o in leggero miglioramento.  A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati,
ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, sono:

–  Italiano: 61% (-1 punto percentuale rispetto al 2021)
–  Matematica: 56% (invariato rispetto al 2021)
– Inglese-reading (A2): 78% (+2 punti percentuali rispetto al 2021)
– Inglese-listening (A2): 62% (+2 punti percentuali rispetto al 2021)

In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più
sfavorevoli. Inoltre, tra questi ultimi diminuisce la quota di studenti con risultati più elevati.

I divari territoriali non migliorano rispetto alle rilevazioni precedenti e rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, il 35-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening. 

Emergono forti evidenze di disuguaglianza educativa nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

Prove Invalsi 2022 secondaria di II grado: aumentano i divari territoriali

In quinta superiore il 52% degli studenti ha raggiunto almeno il livello adeguato in italiano. Siamo allo stesso livello del 2021 (52% con livello adeguato), ma nel 2019 (nel 2020 le prove Invalsi non sono state svolte per via dell’emergenza sanitaria) eravamo al 64%, meno 12 punti a causa della pandemia.

In matematica il 50% degli studenti ha raggiunto risultati base. Anche qui lo stesso valore del 2021. Nel 2019 eravamo al 61%, con un calo quindi, rispetto al periodo pre pandemico, di 11 punti.

Il livello B2 in inglese (reading) è raggiunto dal 52% dei ragazzi, un po’ meglio rispetto al 2021 (50%), ma sempre sotto rispetto al 2019 (55%).

Si allargano i divari territoriali osservati al termine del primo ciclo d’istruzione. Per le classi II gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano la soglia del 40% in tutte le regioni del Mezzogiorno (escluso l’Abruzzo). Sempre nelle stesse regioni si fermano al massimo al livello 2 tra il 55% e il 60%, fino ad arrivare a quasi al 70% in Sardegna. Per le classi V gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano la soglia del 60% in Campania, Calabria e Sicilia. In Matematica gli allievi sotto il livello 3 arrivano al 70% in quattro regioni (Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna). Sempre nelle stesse regioni non raggiungono il B2 il 60% degli studenti nella prova di reading e l’80% in quella di listening.

Il problema della dispersione implicita

La pandemia ha reso ancora più attuale il problema della dispersione scolastica poiché si è compresa l’importanza di non disperdere le risorse umane del Paese, ancora più importanti in un momento come quello attuale. Da qualche tempo è divenuto chiaro che l’attenzione non deve essere rivolta solo a coloro che la scuola l’abbandonano, ma anche a tutti i giovani che la terminano senza avere le competenze
di base necessarie. 

Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%1, per salire al 9,8% nel 2021, molto probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si osserva un’inversione di tendenza sia a livello nazionale, dove si ferma al 9,7% (-0,1 punti percentuali) sia a livello regionale. In termini comparativi, il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Puglia (-4,3 punti percentuali) e in Calabria (-3,8 punti percentuali). Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19,8%), Sardegna (18,7%), Calabria (18,0%), Sicilia (16,0%), Basilicata (12,8%), Puglia (12,2%, Abruzzo
(10,8%), Lazio (10,7%). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA