Pronto il decalogo della Disal

Occorre aumentare l’importanza del lavoro scolastico del triennio e soprattutto dell’ultimo anno, durante il quale avviene il maggior calo di impegno degli studenti.

Si potrebbe quindi (sempre dentro l’impianto attuale) assegnare 40 punti per il credito del triennio (10, 10, 20). Il punteggio superiore del quinto anno sarebbe giustificato dal fatto di accompagnare la motivazione di impegno degli studenti in tutte le discipline.

Inoltre la proposta si collega a quanto suggerito per le prove d’esame, che dovrebbero evitare l’inutile liturgia delle interrogazioni su tutte le materie a cui di fatto le commissioni si sono indirizzate. 60 punti resterebbero alle prove d’esame (15 per ognuna).

Queste alcune delle proposte rese note dalla Disal, associazione dei dirigenti delle scuole paritarie che oltretutto parlano di una prima prova di italiano (con le stesse tipologie attualmente in vigore) che dovrebbe essere definita per due grandi aree di indirizzo (licei; tecnici – professionali), ipotizzando così due tipi di tracce che tengano maggiormente conto dei percorsi specifici. 

Di una seconda prova che resterebbe come l’attuale, sulla disciplina di indirizzo. Di uan terza di stretta verifica delle conoscenze, che potrebbe essere preparata a livello nazionale dall’Invalsi e comunicata (come le altre) al momento dell’esame; comunque potrebbe altrettanto essere lasciata all’autonomia della commissione.

Infine il Colloquio non deve ripetere le interrogazioni fatte durante l’anno né scaturire dalla “voglia” di affermare l’importanza di ogni disciplina. Scopo del colloquio deve essere solo quello di incentivare e valorizzare le capacità complessive maturate da uno studente in cinque anni. Dovrebbe vertere quindi solo sull’argomento scelto dal candidato.