Profumo sul calo degli iscritti all’università: ‘Dato senza valore statistico’

Credo che per dare giudizi si debba partire da dati che abbiano valore statistico reale. In quel caso invece è stato considerato un anno di riferimento in cui c’è una bolla dovuta a due elementi. Da un lato ci sono gli studenti partiti con il vecchio ordinamento che hanno tentato di iscriversi al nuovo per ottenere la laurea breve. Questo ha un grande valore sociale ma crea una bolla nei dati“. Così Francesco Profumo in un’intervista su ‘La Stampa’ a proposito dei dati del Consiglio universitario nazionale sul crollo delle immatricolazioni negli ultimi dieci anni.

E poi – continua – c’è un altro gruppo di dipendenti della pubblica amministrazione che frequentavano le università per effetto di accordi che consentivano loro di laurearsi e di ottenere crediti. Dai dati risulta invece che prima dell’avvio del nuovo ordinamento, nel 1999-2000, gli immatricolati erano 278mila e 278mila erano dieci anni dopo. Nel 2003-2004, invece, quando la riforma era operativa, quasi 64 mila studenti neo-iscritti avevano più di 23 anni. Dieci anni dopo gli stessi studenti sono solo 18 mila. La bolla si è annullata“. In verità, continua, “nel corso di questi anni ad essere crollate sono le immatricolazioni di chi ha più di 19 anni, e cioè di quelli che sono passati dal vecchio al nuovo ordinamento. E va considerato anche l’aspetto demografico. Tra il 1999 e il 2011 si sono persi 70 mila diciannovenni per il crollo delle nascite“.

Il quadro, poi, “non è omogeneo in tutto il Paese, ma diverso da regione a regione e da università a università. Il vantaggio rispetto al passato è che oggi quando studenti e famiglie scelgono non badano più solo ad ottenere la laurea ma alla qualità del titolo“.