Prof lesbica di Trento. L’altra verità secondo l’istituto

I mass media hanno già condannato l’istituto trentino per discriminazione sessuale nei confronti di una insegnante, licenziata perché lesbica, ma l’istituto non accetta questa condanna e, attraverso l’agenzia ANSA, espone la sua verità sul caso, tentando di attenuare la bufera mediatica e politica che si è abbattuta sulla scuola.

“L’insegnante non è abilitata – è scritto a caratteri maiuscoli in una nota a firma della madre superiora, Eugenia Libratore – e ha insegnato con contratto a tempo determinato. Il contratto, con data inizio 2 settembre 2013, era scaduto il 30 giugno 2014.

Il colloquio di carattere privato con la Madre superiora è avvenuto a metà luglio e aveva carattere interlocutorio: riguardava esclusivamente il progetto educativo della nostra scuola paritaria cattolica per eventuali disponibilità di lavoro ora non presenti. Gli incontri ufficiali per quanto riguarda i contratti di lavoro rientrano nelle competenze dell’amministratore”.

“Ciò accade – viene spiegato – perché quando un insegnante che ha collaborato con la scuola non può essere riconfermato, come già accaduto più volte in passato, si cerca ugualmente di tenere un rapporto per il futuro, qualora le condizioni cambino (aumento degli iscritti e del monte ore disponibile)”.

Un “colloquio, non dirimente” in cui all’insegnante, specifica la nota, è stato riferito di “varie persone che avevano espresso lamentele riguardo ai discorsi dell’insegnante sulla sessualità, considerandoli inopportuni, fuori luogo e non compatibili con l’ambiente scolastico; la voce era arrivata anche, tramite gli alunni, a dei colleghi, cui gli stessi ragazzi si erano rivolti, turbati”.

“Il piano di riorganizzazione in atto, causa varie difficoltà economiche del momento – conclude la nota – prevede di prestare maggiore attenzione per quanto riguarda i costi del personale.

Dei 30 contratti a tempo determinato scaduti al 30 di giugno, per nessuno di questi è stato finora assunto provvedimento di rinnovo o di mancato rinnovo, in quanto queste decisioni vengono assunte, da sempre, ai primi di settembre, come confermano tutti gli atti dell’istituto, a seconda del monte ore da assegnare e del numero di classi.

In particolare in questi anni la scuola si è impegnata a garantire le assunzioni anzitutto al personale abilitato”