Prodi: un buco di vent’anni

L’Italia va in malora se non rilancia l’istruzione tecnica“. E deve fare presto, perché su questo terreno il nostro Paese ha “un buco di vent’anni“.

Romano Prodi, professore di economia industriale, è stato chiaro e severo nel denunciare la deriva generalista dell’istruzione tecnica, che ha sottratto all’industria italiana quei tecnici intermedi che ne hanno fatto in passato la fortuna, e che ora mancano in misura drammatica.

Si torna dunque al passato, ad una maggiore distinzione tra le principali aree formative, quella liceale, quella tecnica e quella professionale? Il forte appello al recupero di una più marcata identità per l’istruzione tecnica sembra andare in questa direzione, come anche la richiesta (già avanzata da Prodi agli inizi degli anni novanta) di istituire un vero e proprio sistema di istruzione tecnica superiore parallelo e competitivo con quello universitario.

Per quanto riguarda l’istruzione professionale, è stato detto da Prodi (ma anche da altri relatori, come Gian Felice Rocca della Confindustria) che anch’essa ha la necessità di ritrovare una sua specifica mission, che non deve però sovrapporsi a quella dell’istruzione tecnica. La questione è delicata perchè anche gli istituti professionali offrono percorsi quinquennali di diploma. Essi si dovrebbero differenziare dai tecnici, sembra di capire, perchè dovrebbero rivolgersi a un’utenza diversa, interessata all’acquisizione di competenze operative, con uscite plurime verso il mercato del lavoro.

Nei prossimi mesi, ha annunciato il ministro Fioroni, occorrerà mettere a punto la nuova architettura dell’istruzione secondaria, in modo che tutto sia pronto per giugno 2008.