Procedura abilitante: chi l’ha vista?

Come si sa, per accedere all’insegnamento, oltre al titolo di studio, serve anche una specifica abilitazione che nella scuola primaria e dell’infanzia si consegue congiuntamente alla laurea in scienze della formazione primaria oppure o connessa con il diploma per i diplomati a tutto il 2001-2002. Ma per i docenti della secondaria di I e di II grado l’abilitazione è tutta da conquistare.

Esaurite le procedure straordinarie del passato, serviva (e serve tuttora) un nuovo percorso abilitante, atteso da migliaia di docenti precari che già operano da anni nelle scuole statali e paritarie.

Per le supplenze nelle scuole statali serve anche per accedere alla prima fascia delle GPS Graduatorie Provinciali delle Supplenze (destinatarie delle nomine da settembre secondo l’art. 59 del DL 73); per le scuole paritarie serve anche per regolarizzare la posizione degli istituti che, per la legge 62/2000, hanno l’obbligo di avvalersi di docenti abilitati per mantenere il requisito della parità.

Finalmente, dopo anni di attese, di richieste e di vaghi impegni, l’anno scorso – in applicazione del DL 126/2019 – è stata indetta una procedura straordinaria abilitante (decreto 497 del 21 aprile 2020) aperta a docenti con almeno tre anni di servizio prestati.

La procedura prevede una prova scritta con quesiti a risposta multipla da superare con la media di almeno 7/10. Successivamente il Ministero dovrà organizzare un percorso abilitante per tutti gli ammessi. Tempi non brevi, dunque, che prolungano l’attesa soprattutto per docenti delle scuole paritarie e per docenti di ruolo già in servizio nelle scuole statali interessati al conseguimento di una nuova abilitazione per fruire del passaggio ad altro tipo di cattedra o del trasferimento ad altra sede.

Decine di migliaia di docenti hanno presentato domanda versando anche 15 euro per diritti di segreteria, ma di quel percorso, complice inizialmente anche l’emergenza pandemica, si sono perse completamente le tracce. Chi l’ha visto?

Sarebbe quanto meno opportuno che il Ministero fornisse una comunicazione in merito, senza dovere attendere che qualche parlamentare presenti una interrogazione in merito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA