Primo via libera ai nuovi vecchi concorsi

Per l’accesso all’insegnamento vanno in pensione le graduatorie dei precari della scuola, e si torna ai concorsi pubblici, peraltro previsti dalla Costituzione.
Va in questa direzione l’emendamento alla legge finanziaria per l’anno 2008, approvato dalla Commissione bilancio del Senato, che prevede per l’assunzione dei futuri insegnanti “concorsi ordinari con cadenza biennale“.
Cambierà la formazione iniziale. Dopo la laurea triennale chi vorrà dedicarsi all’insegnamento dovrà frequentare un biennio di specializzazione abilitante a numero programmato, con una forte componente di tirocinio, che sostituirà le attuali Ssis (Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario).
Conseguito il titolo, l’aspirante insegnante dovrà sostenere un concorso pubblico per l’assunzione a tempo determinato, e solo alla fine di questo periodo di prova di uno o due anni, in cui verrà valutata la sua capacità di insegnare, potrà ricevere l’assunzione a tempo indeterminato. In qualche modo, per quest’ultimo aspetto, si torna al concorso classico pre-graduatorie, quando erano previsti due anni di “straordinariato” prima della nomina a professore ordinario.
La vera differenza rispetto al passato sarà costituita dall’inserimento nel percorso universitario della formazione professionale iniziale, compreso il tirocinio e l’abilitazione, e dalla programmazione dei posti. Il risultato dovrebbe essere un forte ringiovanimento del corpo docente, perché i nuovi insegnanti dovrebbero conquistare l’incarico a tempo indeterminato – considerati i tempi burocratici – all’età di 28-30 anni. Come una volta.