Primaria: Centro e Nord in credito di 2.393 classi (4 mila posti) rimaste al Sud

Nel 2001-02 gli alunni della primaria erano complessivamente in Italia 2.534.209 e le classi che li accoglievano 139.170. Dieci anni dopo il numero degli alunni di questo settore è salito a 2.567.290 unità (+33.081 bambini, +1,3%), mentre il numero delle classi, per effetto delle diverse manovre di contenimento della spesa, è sceso a 131.823 unità (-7.347, -5,3%).

Anche per questo settore scolastico, per mantenere i rapporti esistenti nel 2001-02, il numero medio di alunni per classe avrebbe dovuto variare di una uguale percentuale in tutti i territori, adattandosi alla variazione demografica intervenuta (in aumento o in diminuzione). In questo modo il numero delle classi sarebbe variato in base alla variazione della popolazione scolastica. Invece…

Invece, ancora una volta come avvenuto per la scuola dell’infanzia, la costituzione delle classi è andata in altro modo. Nelle scuole del Nord e del Centro la percentuale di variazione del rapporto alunni/classe è schizzata in alto, aumentando di 4-5 punti in percentuale, mentre al Sud e nelle Isole è rimasta sotto di oltre 4 punti in percentuale.

Al termine del decennio le regioni del Nord Est che avrebbero avuto diritto a 23.751 classi per fronteggiare l’aumento di 68.649 alunni, se ne sono viste assegnare complessivamente 22.874, cioè 887 in meno di quelle spettanti. Le regioni del Nord Ovest hanno avuto 845 classi in meno di quelle spettanti; quelle del Centro 670 in meno.

Le regioni del Sud, che complessivamente nel corso del decennio hanno perso 98 mila alunni di scuola primaria, hanno avuto una riduzione di 6.114 classi che certamente non sono poche, ma avrebbero dovuto avere, invece una riduzione ancora più consistente. In base all’andamento demografico avrebbero dovuto avere 33.677 classi; ne hanno avuto invece 35.320, guadagnandone, quindi, 1.643 in più. Per le Isole stessa musica: spettanti 15.529 classi, effettivamente assegnate 16.279. Dunque, 750 classi in più di quelle spettanti.

Le 2.393 classi non spettanti, assegnate complessivamente al Sud e nelle Isole, avrebbero dovuto andare al Nord e al Centro, mantenendo inalterato il totale del numero delle classi. Vi sarebbero stati circa 4 mila posti di docente da assegnare al Centro-Nord anziché al Mezzogiorno.