Precariato stabile: un pesante problema per il ministro Gelmini

L’anno scolastico che finisce lascia una eredità pesante e di non facile soluzione per il ministro Gelmini: il precariato, una parola che, vista dalla parte degli studenti, è sinonimo di discontinuità educativa e provvisorietà del servizio scolastico.

Ogni sei docenti impegnati in questi giorni negli scrutini uno è, appunto, precario con contratto a tempo determinato (si veda la tabella). Su 845.630 insegnanti sono infatti 142.065 (16,8%) quelli con contratto a tempo determinato annuale (22.172) o fino al termine delle attività didattiche (119.893).

Anziché ridursi, il tasso di precariato tra i docenti statali tende ad aumentare, tanto che in dieci anni è più che raddoppiato (nel 1998/99, con 65.357 precari, era dell’8,2%).

Se il tasso di precariato del 16,8% in questo anno scolastico che si conclude rappresenta un valore medio, esso ha però sensibili differenziazioni nei diversi settori scolastici e nei territori.

La scuola secondaria di I grado fa registrare il tasso di precariato più alto: il 21% (era soltanto del 7%) dieci anni fa. Gli istituti di istruzione secondaria superiore la seguono con il 19,1% (dieci anni fa avevano il 12,4% di professori non di ruolo).

Sopra la media nazionale del tasso di precariato si trovano le regioni settentrionali: il nord est ha complessivamente il 20,3% e il nord ovest il 19,7%. Rispetto ad un decennio fa, quando avevano rispettivamente il 10,7% e il 9,5% (un punto o due sopra la media nazionale dell’8,2%), hanno avuto un incremento di dieci punti in percentuale.

Le regioni del Centro Italia, nel corso del decennio, hanno sensibilmente peggiorato il tasso di precariato, che nel 1998/99 era sotto la media nazionale (6,9%) e che quest’anno ha toccato il 17,6% con un incremento di 10,7 punti in percentuale.

Il sud si connota per una situazione più stabile e meno provvisoria facendo registrare “soltanto” un 12,7% di tasso di precarietà (dieci anni fa il tasso di precariato, anche allora il più basso tra i diversi territori regionali, si era fermato al 6,2%).

Il ministro Gelmini ha di che preoccuparsi, secondo noi, per questa irrisolta situazione precaria, per quantità e qualità, della nostra scuola.