Precariato e dirigenza scolastica i nodi irrisolti

Rigida posizione sindacale nonostante gli emendamenti al testo del Ddl alla Camera

Com’era nelle previsioni della vigilia, a Palazzo Chigi ieri non c’è stato né confronto di posizioni né tantomeno trattativa tra Governo e sindacati. Solo informativa e impegno a non chiuderla lì.

Scrima, segretario della Cisl-scuola, precisa che, in proposito, il Governo si è impegnato a seguire un percorso di confronto di cui sono state individuate le tappe: incontri al MIUR con i sindacati di categoria, audizione al Senato nel momento in cui si avvierà l’esame del testo trasmesso dalla Camera, ulteriore incontro a Palazzo Chigi.

Questo fa capire già che alla Camera il testo che dovrebbe essere in Aula domani non sarà modificato; se ne riparlerà eventualmente al Senato.

Scrima ha riconfermato in questi obiettivi irrinunciabili la posizione dei sindacati:

un piano di assunzioni che soddisfi le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi da quanto prevede l’attuale stesura della legge. C’è bisogno di intervenire rapidamente, con un decreto legge, per le assunzioni decorrenti dal prossimo 1° settembre, ma per coprire il fabbisogno delle scuole e stabilizzare decine di migliaia di precari che ne hanno diritto è indispensabile un piano pluriennale che riguardi il personale docente e il personale ATA

• rifiuto di un modello di governo della scuola centrato su prerogative del dirigente enfatizzate a scapito della collegialità e della dimensione cooperativa che deve caratterizzare la progettazione e la gestione delle attività della scuola

• salvaguardia delle prerogative contrattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l’assegnazione di sede, la mobilità e la retribuzione accessoria

• esclusione di soggetti non adeguatamente qualificati nelle sedi di valutazione ai fini della conferma in ruolo e della valorizzazione professionale.

Evidentemente le modifiche apportate alla Camera non bastano.