Precari : la conservazione della specie che non piace alla gente

Interessante dibattito a "Radio anch'io"

Questa mattina la trasmissione radiofonica “Radio anch’io” ha dato spazio ad una delle questioni trattate dal piano governativo della “Buona scuola”, il reclutamento dei precari.

Il piano, come si sa, prevede la stabilizzazione di tutti i precari iscritti nelle GAE (Graduatorie ad esaurimento) dal settembre 2015, mediante la copertura di 148.100 posti.

Ospite della trasmissione una docente precaria con una decina di anni di servizio provvisorio alle spalle.

Soddisfatta della stabilizzazione che tra un anno porrà termine ad una lunga attesa che sembrava senza fine?

Niente affatto, e per due ragioni (secondo l’ospite).

C’è innanzitutto il rischio di essere assegnati ad una sede di una provincia limitrofa a quella di residenza, e si può essere impiegati in attività integrative, anziché su posto cattedra.

La precaria si lamenta perché, a suo dire, in caso di assegnazione ad altra provincia, le verrebbero preclusi i diritti personali della vicinanza alla famiglia creandole disagi per la lontananza da casa; se utilizzata in attività integrative, sarebbe misconosciuta la sua professionalità, come se fosse un’insegnante di serie B.

Solidarietà da parte degli ascoltatori intervenuti?

Per niente. Anzi.

Tutti gli interventi hanno evidenziato come in un momento di crisi occupazionale, un posto di lavoro a tempo indeterminato è una manna per chi lo riceve. Ci sono stati anche interventi di docenti che hanno ricordato la loro esperienza fuori sede accettata come tributo al posto fisso.

Le annunciate proteste dei sindacati di base per una stabilizzazione non gradita potrebbero, dunque, non trovare comprensione e solidarietà da parte della gente.