Precari di terza fascia: ragioni da vendere

Quando ad aprile il Governo, visti i tempi troppo lenti del dibattito parlamentare, decise di accelerare i passi con il decreto legge sulle graduatorie, per salvaguardare le immissioni in ruolo e il regolare avvio dell’anno scolastico, non avrebbe mai pensato di trovarsi in tanta bufera come quella scatenata dall’improvvida modifica parlamentare relativa alla valutazione dei servizi di montagna.
Il Miur, anche a causa di un servizio informatico non all’altezza dei bisogni per le note incertezze nella gestione del contenzioso promosso dall’EDS, ora non può certamente risolvere tutti gli effetti negativi e la confusione che quel raddoppio di punteggio, come forma di regalia insperata, ha portato dentro le graduatorie.
Giustamente i precari di terza fascia che, primi tra tutti, risentono della modifica di punteggio, hanno manifestato e protestato appoggiati dai sindacati di categoria e chiesto radicali e urgenti modifiche a gruppi parlamentari e al Governo.
Oltre all’ingiustificato raddoppio per servizio in non meglio definite scuole di montagna con almeno una sede oltre i 600 metri, quel che brucia è la retroattività di tale punteggio che va ad alterare situazioni definite consolidate violando proprio il principio su cui si fondano le graduatorie permanenti.
La richiesta minima è quella di un nuovo decreto legge che protragga i tempi di nomina in ruolo di un mese (dal 31 luglio al 31 agosto) per non far perdere diritti per non completata ridefinizione delle graduatorie.
Il Miur punta però ad ottenere la cancellazione della retroattività e fors’anche dello stesso raddoppio di punteggio, anche se francamente questa richiesta – ampiamente condivisibile – avrebbe dovuto essere presentata e accolta all’indomani della decisione parlamentare. Ora finirebbe per bloccare l’intera macchina delle graduatorie sia per nomine in ruolo sia per supplenze annue.