Precari. Correre ai ripari prima che l’effetto sentenza travolga la scuola

Dopo la pronuncia della Corte di Giustizia europea sulla stabilizzazione del personale precario della scuola che la settimana scorsa ha messo in fibrillazione sindacati di settore e ministro Giannini – i primi a prospettare immissioni oceaniche nei ruoli della scuola e l’altra a minimizzarne gli effetti – si è ora in attesa delle mosse decisive da parte dell’Amministrazione scolastica.

Confermiamo ancora una volta il nostro suggerimento, qualsiasi scelta (di minima o di massima) si voglia adottare: è opportuno acquisire il parere preventivo del Consiglio di Stato per mettere la scuola (prima ancora del suo personale) al riparo da una stagione drammatica di contenziosi infiniti che ne potrebbero compromettere la stabilità e la continuità.

C’è il rischio che il massimo organo consultivo se ne esca con un parere non gradito all’Amministrazione – come è avvenuto sorprendentemente in questi giorni con la sua pronuncia sul valore pienamente abilitante del diploma magistrale – ma la chiarezza di orientamento vale molto di più, in questo caso, del merito della pronuncia.

E bisogna fare presto, molto presto, perché sul territorio c’è già un certo movimento e alcuni giudici del lavoro hanno cominciato a emettere sentenze di condanna del Miur, in applicazione dei principi sanciti dalla Corte di Giustizia.

Di fronte a centinaia, migliaia di pronunce che con effetto domino potrebbero uscire nelle prossime settimane, rendendo impossibile un’azione di contenimento da parte dell’Avvocatura dello Stato, non ci si può illudere che il piano di stabilizzazione previsto dalla Buona Scuola possa servire da diga per frenare l’ondata di richieste.

Consiglio di Stato, dunque, per la buona scuola.