Precari. Chi ha vinto?

C’è chi dice che l’imminenza delle elezioni europee abbia esercitato un suo fascino discreto sulla decisione dei parlamentari, compresi quelli dell’opposizione, di tagliare corto con le residue esitazioni, e consentire l’approvazione del decreto legge sulle graduatorie permanenti nel giro di poche ore, con un rimbalzo tra Camera e Senato che ha pochi precedenti.
La novità è costituita dall’accordo trasversale maggioranza-opposizione per il varo di un piano triennale di assunzioni che, stando alle proiezioni ministeriali comprensive del turn over, potrebbe riguardare circa 67.000 insegnanti. E’ l’accordo su questo punto che ha consentito al Parlamento di varare la legge, che altrimenti avrebbe potuto essere facilmente bloccata dall’opposizione con un’azione di ostruzionismo neanche particolarmente dura.
Unica sottolineatura è che trattasi di una legge di principio, perché l’impegno per poter essere onorato deve avere la necessaria copertura finanziaria. Il primo riscontro lo avremo nel prossimo documento di programmazione economica e finanziaria che dovrebbe contenere l’indicazione delle risorse necessarie per dare concretezza alle promesse immissioni in ruolo.
Tutti vincitori dunque? Oppure nessuno, visto che subito dopo l’approvazione della legge si è levato un coro di lamenti, anche di segno opposto? E qual è allora il bilancio di questa partita infinita, che ha visto contrapporsi “precari” nuovi e d’annata, vincitori di concorso e sissini, specializzati non abilitati e docenti “montanari”, che hanno visto cambiare le condizioni per il raddoppio del loro punteggio (ora serve aver insegnato in scuole situate “sopra i 600 metri dal livello del mare”)?
Difficile dire. Può darsi che, spentisi gli ultimi echi delle proteste, il futuro piano triennale serva a placare gli animi e a stabilizzare l’accesso nella scuola. Di certo, però, la logica inesorabile delle graduatorie e dei punteggi precluderà alle scuole ogni possibilità di scegliere gli insegnanti in base alle proprie esigenze: saranno gli insegnanti a scegliere le scuole dove andare. E la stessa logica dei punteggi regolerà la mobilità. Niente di nuovo sotto il sole (precario) della scuola italiana.