Posti in più per aumento di alunni? Nell’infanzia no: il numero di bambini è in calo

Tra le ragioni del parere negativo espresso dalla Conferenza Unificata sulle dotazioni organiche della scuola statale per il 2014-15, oltre alla valutazione critiche sulla distribuzione dei posti di sostegno, vi è stata anche quella relativa al mancato adeguamento dei posti all’aumento della popolazione scolastica.

Di questa questione si è fatto portavoce il sindaco di Catania, Enzo Bianco, che ha rappresentato l’Anci nella seduta della Conferenza Unificata: “A fronte dell’aumento delle iscrizioni registrate per il prossimo anno scolastico – ha detto – sarà necessario un impegno da parte del Governo a rivedere il contingente complessivo da destinare alla scuola, con una particolare attenzione alle sezioni della scuola dell’infanzia”.

In effetti, ancora per l’anno scolastico prossimo, la popolazione scolastica dovrebbe registrare un aumento, ma, dall’anno successivo, inizierà un decremento continuo che porterà ad una drastica diminuzione di alunni e di classi (duemila classi in meno nella primaria nel 2019 rispetto agli attuali dati del primo anno di corso).

Ma quell’onda di magra che tra cinque anni toccherà il picco massimo arrivando alla prima classe della scuola primaria, nella scuola dell’infanzia è già arrivata, tanto che i potenziali iscritti (bambini nati nel 2011 che hanno virtualmente diritto ad iscriversi) sono 11.146 in meno dei nati nel 2010 (che già erano stati 14.131 meno dell’anno precedente).

Secondo i dati ufficiali dell’Istat, quel calo di 11.146 nati che si abbatterà dal 2014-15 sulla scuola dell’infanzia (statale e paritaria) colpirà in particolare il Sud (3.584 nati in meno), il Nord Est (3.392 in meno) e il Nord Ovest (2.914).

L’onda di magra in questo settore non richiede più posti; anzi, ne potrebbe far perdere.