Posti dei bidelli precari scalzati dagli extracomunitari?
Alcuni giornali e siti web hanno riportato la notizia secondo cui – come dichiarato dal sen. Mario Pittoni, responsabile Istruzione della Lega Nord – “anche i bidelli ora dovranno fare i conti con la concorrenza straniera. Un decreto del ministro Valeria Fedeli permetterà infatti ai migranti con permesso di soggiorno di accedere alle graduatorie, scavalcando migliaia di italiani in attesa da anni”. Qual è la situazione?
Dal 2001 il decreto legislativo 165 all’articolo 38 (Accesso dei cittadini degli Stati membri della Unione europea) prevedeva: “I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.
Nel 2013 la legge 97, varata su sollecitazione dell’Unione Europea, all’articolo 7 ha integrato la precedente disposizione, disponendo che “Le disposizioni si applicano ai cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria. Sono fatte salve, in ogni caso, le disposizioni in materia di conoscenza della lingua italiana”.
Dal 2013 nei comparti pubblici i decreti dei vari ministeri, compreso il Miur, si sono ovviamente adeguati alla nuova norma.
Lo ha fatto il ministro dell’istruzione Giannini nei bandi del concorso docenti 2016, lo ha fatto il ministro Fedeli quest’anno con il decreto per le graduatorie di istituto dei docenti e con il decreto per le graduatorie di istituto del personale ATA. Di tutto il personale ATA, non solo dei bidelli.
I titoli per entrare in graduatoria sono gli stessi per tutti, senza precedenze o preferenze. E occorre conoscere la lingua italiana.
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