Portfolio, sei punti critici per l’Asal

A distanza di circa un mese dall’emanazione della circolare ministeriale n.84 sul nuovo portfolio, l’Associazione delle Scuole Autonome del Lazio (Asal) ha elaborato un prima analisi evidenziando sei punti critici:

1) La certificazione delle competenze;
2) Il consiglio di orientamento;
3) La modalità di partecipazione dell’alunno;
4) La modalità di partecipazione delle famiglie;
5) La valutazione della convivenza civile;
6) L’inserimento della religione nel documento di valutazione unico.

Sul primo punto le perplessità sono tutte di carattere tecnico-scientifico: secondo l’Asal quelle che vengono chiamate competenze non sono in effetti competenze e, sopratutto, i tre livelli di apprezzamento (elementare, maturo, esperto) sono tutt’altro che dei livelli standardizzati e normalizzati come ci si aspetterebbe da una misurazione di competenze di carattere ufficiale. L’unica disciplina che può vantare una codificazione accreditata delle competenze e dei relativi standard è l’inglese.

Sul consiglio di orientamento le critiche delle scuole secondarie di 1° grado sono particolarmente aspre: per l’Asal è fuorviante e pericoloso riportare in una scheda ufficiale il tipo di scuola superiore che l’alunno pensa di poter scegliere, quello che vorrebbero i genitori e quello che consigliano i professori. Il rischio che si corre è quello di una reazione lacerante in seno alle famiglie non certo compensata da un’indicazione attendibile e scientificamente accreditata da parte della scuola.

Per quanto riguarda il terzo punto gli esempi di partecipazione dell’alunno che sono circolati in questi giorni sono perlopiù questionari e frettolose autovalutazioni estemporanee, molto difficili da interpretare in quanto contengono, al loro interno ed in modo non separabile, elementi riferibili a quello che l’alunno pensa in quel momento, quello che l’alunno immagina che possa far piacere al docente e quello che il docente, più o meno consapevolmente, gli suggerisce.

Molto più problematica risulta poi l’introduzione delle osservazioni dei genitori e delle attività extrascolastiche dell’alunno. In questo caso il pericolo è quello di creare odiose discriminazioni tra gli alunni i cui genitori sentono di dovere e di poter intervenire in modo massiccio e ingombrante nella descrizione dei propri figli e quelli che, per motivi socio-culturali o per un comprensibile pudore dei genitori, si ritroverebbero una presentazione molto più scarna e misurata.

Sull’educazione alla convivenza civile il problema è analogo a quello del comportamento: si tratta di dimensioni trasversali e pervasive che mal si prestano ad una valutazione di sintesi.

Infine resta la perplessità di alcuni -sostiene l’Asal – circa l’eliminazione surrettizia della scheda separata per la valutazione dell’insegnamento facoltativo della religione cattolica prevista dall’art. 309 del Testo Unico della legislazione scolastica. Quest’ultimo aspetto è stato evidenziato anche da alcuni giornali.