Pittoni (Lega): no alle assunzioni da parte delle scuole

Le interviste a raffica rilasciate dal neo-ministro dell’istruzione, Stefania Gianni, stanno movimentando il mondo della scuola con reazioni favorevoli o contrarie, dai toni, a volte, accesi.

Sul reclutamento dei docenti, una delle croci che hanno angustiato anche i suoi più vicini predecessori (Profumo in particolare), le parole del ministro hanno destato l’attenzione (e la critica) della Lega che da anni, attraverso uno dei suoi più convinti rappresentanti, Mario Pittoni, si batte contro l’invasione dei docenti meridionali nelle terre nordiche.

Proprio l’ex-senatore Pittoni ha rilasciato poche ore fa alcune dichiarazioni in merito.  

«L’annuncio del neo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di dare la possibilità alle scuole di “assumere chi credono”, evidenza l’impreparazione della nuova responsabile del dicastero di viale Trastevere. La proposta infatti è fuori dalla Costituzione, come conferma anche l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, la quale ribadisce che qualsiasi norma sul reclutamento degli insegnanti “da parte delle istituzioni scolastiche”, è destinata a essere cassata”.

“Se l’obiettivo è una selezione meritocratica, altre sono le strade da percorrere – afferma Mario Pittoni – Se il ministro vuol essere concreta, le suggeriamo di prendere in considerazione il disegno di legge (S. 2411) che abbiamo depositato nella scorsa legislatura, il quale regionalizza la gestione dei concorsi per docenti senza “scontrarsi” con la Costituzione”.

“Il meccanismo che proponiamo – sul quale c’è già la disponibilità a metterci mano di alcune tra le principali sigle sindacali – punta a risolvere il problema della disomogeneità di valutazione sul territorio comprimendo il peso del punteggio accumulato, a vantaggio di una prova di preparazione effettuata nella regione scelta dal candidato.

Questo può fungere da “calmiere” agli spostamenti dalle zone con meno opportunità di lavoro ma valutazioni “generose”, a quelle con più posti disponibili ma maggiore rigore nei voti, evitando che candidati valutati con manica larga in altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita”.