Più visibilità mediatica per i precari, meno per le escort

Nuova protesta del Coordinamento precari scuola (Cps) contro l’oscuramento praticato dai media ai loro danni. Dopo la lettera nella quale si chiedeva la presenza nella popolare trasmissione “Porta a porta”, i docenti di questa organizzazione hanno programmato per venerdì prossimo i un sit-in contemporanea in tutta Italia davanti alle sedi regionali della Rai. “La drammaticità della nostra situazione è stata taciuta dai mezzi di informazione - lamentano dal Cps – bisogna rompere il muro di silenzio che per lungo tempo ha circondato le nostre mobilitazioni: abbiamo dovuto mettere in atto le forme più eclatanti di protesta, dalle occupazioni dei provveditorati ai presidi permanenti, siamo dovuti ricorrere a forme di mobilitazione ad alto impatto mediatico, per avere i riflettori puntati su di noi per qualche giorno“.

Ma, “passati i momenti più caldi, è calato nuovamente il sipario sul precariato scolastico“. Per gli insegnanti “se i mezzi d’informazione si occupassero di come la scuola primaria sta vivendo il primo anno con il maestro unico e di quali scenari si prospettano con i nuovi licei e i nuovi istituti tecnici e professionali, con inchieste ed analisi precise non avremmo bisogno di salire sui tetti o di metterci in mutande davanti ai provveditorati“.

Per questo chiedono ai media “di raccontare il paese reale, non quello delle escort e dei festini, ma quello delle lotte sociali e delle mobilitazioni dei lavoratori“, perché la difesa della scuola pubblica “è interesse di tutti, non solo dei precari, ed è per questo che i media hanno il dovere di informare“.