Per la Cisl Scuola e il Pd irrealistiche le previsioni della Gelmini

Il ministro aveva detto che il precariato sarebbe stato riassorbito in 6/7 anni

Tra sei anni ci sarà ancora un 40% di graduatorie affollate, cioé che richiedono almeno altri 6 anni per svuotarsi. La Cisl scuola, dati alla mano (e le stime -assicura – sono del Miur), risponde così alle previsioni del ministro Gelmini secondo cui nell’arco di 6/7 anni i precari attuali saranno assorbiti.

Su un totale di 8.433 graduatorie – spiega in un Dossier dedicato al precariato – nel 2016 quelle affollate (due trienni per lo smaltimento) o molto affollate (un tempo di smaltimento superiore a due trienni) sarebbero comunque 3.396. E se si considera che la proiezione è fatta ipotizzando che l’organico del 2010 resti invariato, eventualità assai poco probabile, i tempi di attesa reali – sostiene il sindacato – potrebbero essere ancora più lunghi. Tempi di svuotamento che, tra l’altro, sarebbero diversi a seconda della collocazione geografica e delle tipologie di posto. Per le discipline dell’area scientifica, ad esempio, l’affollamento è molto minore, tanto è vero che al Nord in alcuni casi le graduatorie sono già esaurite, rispetto a quanto avviene per l’area umanistica. Non solo.

Nella scuola dell’infanzia i tempi potrebbero essere addirittura biblici. Premettendo che è l’unico settore per il quale non si è proceduto a tagli di organico e che presenta le più alte potenzialità di crescita, il Dossier segnala attualmente 74.744 aspiranti in graduatoria. Dopo gli ultimi pensionamenti erano disponibili 5.539 posti vacanti; sono state fatte 1.680 assunzioni; resta dunque un margine di quasi 4.000 posti, coperto il quale si avrebbe, per gli anni successivi, solo la disponibilità derivante dai pensionamenti. Questi sono stati quest’anno 2.300. Un’altra quota di disponibilità può venire dai passaggi in altro ruolo (l’ultimo dato disponibile ne segnala però appena 283). Ne consegue – si osserva nello studio – che per soddisfare le aspettative di nomina in ruolo di tutti gli aspiranti, considerando anche pacchetti di 3.000 pensionamenti l’anno, ci vorrebbero tempi lunghissimi.

Attualmente i docenti precari rappresentano nella scuola circa il 15% della forza lavoro impiegata. Ci sono 230.000 aspiranti docenti già abilitati e 300.000 non abilitati per un organico che è sceso, con gli ultimi tagli, sotto le 800 mila unità e che presenterebbe una disponibilità teorica per assunzioni in ruolo di circa 30.000 posti.

La ricetta della Cisl? Considerando “irrealistico” contare su incrementi dei organico (“gli obiettivi degli ultimi governi sono stati tutti orientati verso una riduzione del personale scolastico“), il sindacato guidato da Francesco Scrima propone alcuni interventi per accelerare i tempi: copertura con personale di ruolo di tutti i posti vacanti (“rendendo stabile il lavoro – spiega – si rafforza anche la funzionalità del servizio“), ampliamento dell’area di posti stabili nel sostegno (“sono circa 27.000 i posti per i quali oggi questa possibilità è esclusa a priori“), creazione di opportunità di uscita con mobilità verso altri comparti, politiche meno restrittive in materia di cessazioni dal servizio.

Anche Francesca Puglisi, responsabile Scuola segreteria Pd considera irrealistiche le previsioni della Gelmini sui tempi di assorbiemento dei precari: “Il ministro Gelmini confonde le acque sui numeri e sui tempi di assorbimento dei precari della scuola perché dopo i suoi tagli non basterà certo il turn over dei pensionamenti a riparare i danni. Cancellando le cattedre e i posti di lavoro, infatti, sono diventati soprannumerari, gli stessi insegnanti di ruolo che vanno a rioccupare i posti dei colleghi pensionati“.

La responsabile Scuola del Pd aggiunge: “Nel 2008 il governo Prodi aveva trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento ed aveva programmato un piano di assunzioni di 150.000 docenti precari in tre anni, consentendo poi di partire concretamente con una nuova disciplina della formazione iniziale e del reclutamento“.

Separando la formazione dal reclutamento, non si dimostra alcun rispetto, sia nei confronti dei precari che delle future generazioni che Gelmini intende formare – continua la Puglisi –: il Governo dei tagli, prima promette ai giovani la formazione per un futuro lavorativo e poi li illude, immettendoli in un percorso che non porterà a nulla“.