Nelle sue considerazioni conclusive, al termine del convegno del 25 giugno, Attilio Oliva, presidente di TreeLLLe, ha lanciato la proposta di avviare in Italia la sperimentazione di quelle che ha definito “scuole speciali ad autonomia rinforzata”, ispirate al modello delle Charter school statunitensi e delle Academy inglesi, scuole a gestione privata ma finanziate con fondi pubblici legati al conseguimento di obiettivi di miglioramento predefiniti. A questa sperimentazione potrebbero accedere a pari condizioni sia scuole statali sia paritarie.

La proposta prende lo spunto da un’idea di Andrea Ichino e Guido Tabellini, lanciata qualche mese fa nell’e-book ‘Liberiamo la scuola’, che era rivolta soprattutto alle scuole statali che vogliono ‘uscire dallo Stato’ e che si impegnano con gli stessi finanziamenti e senza chiedere rette ai genitori a migliorare la qualità e l’equità dei risultati.

Un’idea analoga peraltro era contenuta anche nel dossier di Tuttoscuola ‘Sei idee per rilanciare la scuola’ (settembre 2013), dove trovava fondamento in una interpretazione avanzata del concetto di autonomia delle istituzioni scolastiche.

La condizione di fattibilità di queste proposte è costituita dalla disponibilità di un efficiente Sistema nazionale di valutazione in grado di valutare – sulla base di standard oggettivi – la qualità del servizio reso dalle scuole pubbliche, statali e paritarie.

Oliva nel suo intervento ha citato le esperienze di autonomia scolastica rafforzata in atto in quattro Paesi: il 17% degli studenti francesi frequenta scuole a contratto, il 13% degli statunitensi le Charter school, il 26% – in aumento – le Academy  inglesi, addirittura il 71% le scuole non statali olandesi. Tutte queste scuole sono finanziate con risorse pubbliche di importo equivalente a quello sostenuto per le scuole statali e che non richiedono perciò alle famiglie il versamento di una retta, garantendo così una effettiva libertà di scelta. Perché non tentare questa terza via anche in Italia?