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Come era prevedibile, l’articolo di Dario Antiseri a sostegno del finanziamento delle scuole paritarie, pubblicato sul Corriere della Sera del 21 agosto, non è passato inosservato. A replicare sullo stesso quotidiano, con una lettera indirizzata al direttore pubblicata il 23, è un altro illustre filosofo, ma di orientamento laico, Tullio Gregory.

La lettera intende rispondere all’attacco portato da Antiseri alla “intellighenzia culturale e politica cattolica”, e in particolare ai “cattolici cosiddetti liberali schierati a servizio di cosiddetti liberali laici”, allineati “dalla parte dei tanti pretoriani del monopolio statale dell’istruzione”, tutti responsabili in solido di non opporsi alla progressiva chiusura (per ragioni economiche) delle scuole paritarie.

Ma, obietta Gregory, “Antiseri non dice nulla del livello culturale delle scuole paritarie (in maggioranza cattoliche) ove la ‘libertà di insegnamento’ — giustamente difesa — è condizionata da scelte ideologico-religiose precise nella selezione degli insegnanti e dei testi scolastici, e dimentica come esse divengano spesso scuole di carità, garantendo esiti sempre positivi dei curriculum scolastici, così da assicurare una tranquilla vita in famiglia, senza ansie per gli esami e per le vacanze. Forse non tanto la libertà, quanto la facilità interessa alunni e genitori”.

Argomentazioni non nuove, come si vede, come quella con la quale Gregory respinge l’appello di Antiseri affinchè anche in Italia sia applicata la risoluzione del 1984 sulla libertà di insegnamento approvata dal Parlamento europeo: Antiseri “dimentica il dettato costituzionale che garantendo libertà scolastica, precisa che le scuole private non debbono comportare ‘oneri per lo Stato’, norma spesso aggirata dai nostri legislatori e amministratori”.

Certo è che, in questi termini, il dibattito appare bloccato: non è guardando al passato (al 1948 o al 1984) che si possono fare passi avanti nella costruzione di un percorso di riqualificazione e sviluppo dell’offerta di istruzione (della sua qualità e della sua equità) che riguarda evidentemente sia le scuole statali sia quelle paritarie.