Tuttoscuola: Non solo statale

Paritarie, la lunga marcia per (soprav)vivere

La prossima domenica (14 marzo) è in programma a Milano la 33ma Marcia ‘Andemm Al Domm’,  l’ormai tradizionale manifestazione dei genitori delle scuole paritarie cattoliche in favore della “libertà di scelta educativa della famiglia”, cui si prevede che parteciperanno decine di migliaia di persone.

Quest’anno la marcia si svolgerà nel clima di attesa e di maggiore ottimismo cui si è qui accennato nella precedente notizia. Ma non manca la preoccupazione per la sorte di molte scuole ‘border-line’ dal punto di vista economico, giunte al limite (per alcune già superato) della sopravvivenza.

In una nota non priva di asprezze polemiche Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia, scrive che “è singolare che l’Italia, pur avendo riconosciuto per prima in Europa il diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia, risulta essere la più grave eccezione in Europa nella mancata garanzia a tale libertà”.

Dal punto di vista giuridico la parità è garantita dalla Costituzione e della legge 62/2000. Ma dal punto di vista economico c’è una discriminazione: “le famiglie che scelgono la scuola pubblica paritaria pagano e le tasse per la pubblica statale e le rette per formare i loro figli. Dunque, producono un triplo vantaggio: 1) offrono un gettito di imposta per la scuola statale a fondo perduto; 2) fanno risparmiare ben sei miliardi di euro allo Stato, costituenti un’entrata a fronte della mancata spesa,  e 3) formano per la collettività, gratuitamente, cittadini in grado di produrre ricchezza con il loro lavoro”.

Ma in una democrazia, prosegue la battagliera leader della Fidae lombarda, “non possono esistere cittadini di serie A e di serie B”. Le detrazioni costituiscono una “apertura” verso la parità anche sul piano economico, “ma la strada è tutta in salita” e lo sarà fino a quando la libertà di scelta non sarà garantita attraverso l’adozione per tutte le scuole del “costo standard che introduce leve di sostenibilità ed efficienza”.

Osserviamo che se i tempi sembrano maturi per le detrazioni fiscali, che intervengono sui redditi delle famiglie, non lo sembrano altrettanto per il costo standard, la cui adozione – di non semplice fattibilità tecnica – comporterebbe il finanziamento diretto delle scuole paritarie. È vero che Forza Italia voterebbe a favore, ma nemmeno il disinvolto PD di Matteo Renzi sembra pronto a compiere un passo che, assai più delle detrazioni, spaccherebbe il partito. Ciò non vuol dire che non si debba lavorare in quella direzione, ma certamente c’è ancora molta strada da fare.

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